La metamorfosi kafkiana è avvenuta al contrario. La squadra “di scappati di casa” destinati alla retrocessione, come affermato in diretta su Canale 5, da predestinata a “avversario insidioso”che rischia di far cadere il grande Napoli. Tanto da dover annullare un goal regolare grazie ad un Var chiamato quando da regolamento non si dovrebbe ed un arbitro che, dopo aver convalidato, si fa condizionare fino a commettere un errore che gli varrà una grave insufficienza su tutte le testate nazionali e non; … Tanto da far rabbrividire nelle dichiarazioni di Spalletti e la compiacenza degli opinionisti di Dazn che cambiano idea alle parole dell’allenatore. Che paura, ha fatto il Grifone!
Ma rimanendo sul parallelismo del testo di Kafka: “Come poteva essere proprio una bestia se la musica lo afferrava a tal punto?” Tradotto: come potevano essere così scarsi, sconclusionati, non idonei alla categoria, indecenti addirittura, se poi gli stessi – con qualche interprete diverso, ,a comunque con l’Inter disponibile – hanno giocato così bene?
Vediamo nel dettaglio:
Unico a non essere presente nella partita di Milano – sembrava perché destinato alla cessione – Ghiglione. Per il resto è solo questione di schieramento, disposizioni tattiche, richieste e grinta. Quest’ultima totalmente mancante e ritrovante alibi nella conferenza pre-partita in cui venne preannunciato il conto con il pallottoliere. Ma questo è più una considerazione da tifosi. I fatti dicono che in entrambi i casi vi sono state anomalie nello schieramento, ma nel primo nettamente più evidenti e penalizzanti, straordinariamente palesi e combinate ad altrettanta evidente totale mancanza di un’idea di gioco, movimento e ordine. Mi chiedo cosa quel giorno fosse preso a Ballardini…
Ieri si è vista una formazione simile, ma diversa nei contenuti, nelle modalità, nella chiarezza.
Spiace per alcuni elementi, a parer mio non giudicabili dalla partita in questione. I grandi campioni possono essere schierati ovunque, gli altri vanno – ove possibile e ieri lo sarebbe stato – sistemati nel proprio ruolo. E da qui, secondo me, nasce l’insufficienza ad Hernani, anche se l’intenditore Marcolin non ne giustificava il cambio e la prestazione decisamente sottotono di Kallon, Ekuban e Buksa.
Sui giovani aggiungo un passaggio
Kallon: ha cambiato 3 volte posizione senza mai essere schierato nella propria, ma visto il momento della gara, potremmo trovare l’alibi per l’impiego non consono, “secondo necessità”. Detto ciò, è pur vero che proprio coloro che più tengono a lui, ovvero i tecnici della Primavera e chi vi lavori quotidianamente, sostennero, già ai tempi del magnifico esordio, avere il limite di passare da prestazioni da grande giocatore, a blackout senza ritorno.
Buksa – che tutto ha fatto fuorché il proprio ruolo e quando riuscito a giungere in zona, si è visto fischiare un fallo inesistente. In molti ritengono il polacco non pronto. C’è chi lo vorrebbe “mandare a fare esperienza”. Sicuramente necessiterebbe di un po’ di tempo per ambientarsi, magari di qualche partita in Primavera e l’averlo buttato dentro così, alla sua prima ufficiale, chiedendogli di fare esclusivamente copertura, non ha aiutato. Seppur con le dovute differenze, ho rivisto uno Scamacca penalizzato da quel dover partire nella migliore delle ipotesi da centrocampo, dall’andare a coprire fino nella propria area (cosa che peraltro mi terrorizza)… quando tale capacità sia contraria alla personale abilità.
Del goal annullato si è parlato e riparlato e mai sapremo se qualcosa sarebbe cambiato. Di sicuro la simpatia, se mai ci sia stata nei confronti di Spalletti, forte della retrocessione con la Sampdoria, come pure la stima ipotetica nei confronti dei commentatori/giornalisti/opinionisti Dazn che hanno saputo mutare subito opinione alle parole del lucente mister del Napoli. Queste cose sì, sono profondamente mutate*.
Le ultime parole le spendo per Cambiaso, che di lucente non ha la testa, ma il futuro. Giovane dal talento riconoscibile e riconosciuto, che sa emozionarsi ed emozionare con le sue lacrime. Spero la fascia sia affidata a lui come titolare. Senza dimenticare il vecchio Goran, che il suo lo fa, finché regge, con serietà, passione e impegno.
Quindi, caro Genoa: chi sei? Il campo non può mentire e quindi la risposta è “quello visto ieri” più o meno, con i giocatori del momento in giornata o meno. Forse la domanda dovrebbe essere diversa: caro Ballardini, che fai? Forse una certa presenza in tribuna, qualcosa ha smosso e si è visto il vero mister, con pro e contro, ma reale.
*Di Bello è lo stesso che all’Olimpico negò un rigore solare su Pandev al Genoa di Prandelli, che evitò il pareggio e diede un fuorigioco di tallone a Piatek annullando un goal avvenuto 2 azioni dopo… I casi della vita