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Genoa

Ah che sarà che sarà…

[…] Quel che non ha ragione né mai ce l’avrà
Quel che non ha rimedio né mai ce l’avrà
Quel che non ha misura […] – Fiorella Mannoia

La linea societaria, lo abbiamo già sottolineato in un altro articolo, è quella del puntare sui giovani e rifondare l’intera squadra (e non solo…). Via Pandev, accompagnato nella scelta, reduci 6 “d’età”: Sturano (30), Maksimovic (30), Masiello (36), Badelj (32), Sirigu (35) e Criscito (34). Il primo elemento fondamentale per ora, “anima e cuore”, esempio di prodigalità e sacrificio; il secondo rientrato a dare centimetri e possenza al reparto difensivo, il terzo messo in naftalina dopo il tentativo di cessione, il croato elemento di transizione, il portiere – si potrebbe dire i portieri comprendendo Marchetti – la cui età incide (forse) meno e comunque in scadenza e il Capitano…

Ecco, Mimmo?

Ci aspettavamo di vederlo in campo anche solo nel secondo tempo, a fronte di un inizio campionato di grande livello, il migliore degli ultimi anni, e visto il recupero recente. Invece nulla. Nemmeno all’uscita di Vasquez, apparso meno incisivo del solito e più insicuro, sostituito da un Cambiaso non certo in gran spolvero. Essendo stato a lungo fuori a causa di un infortunio prima e del Covid poi, si potrebbe pensare essere stata una scelta preservante o non fosse ancora pronto. Ma appare più evidente, sbirciando dall’alto di Villa Rostan, come sia la nuova dirigenza ad escluderlo dal programma. Ragionando in prospettiva, potrebbe essere comprensibile, ma allo stato attuale chi sappia soffrire, non abbia quel timore che ogni tanto, perfino con Blessin ad incitare, si intravede, chi sappia comandare il reparto, chi sia nei cuori dei tifosi e ancora li rappresenti, chi sia il Capitano… avrebbe ancora molto da dare. Il telefono “interno” tace, ma nel contempo le sirene di Toronto giungono forti. Mimmo ama il Genoa e Genova, vorrebbe finire la carriera qui, come da accordi precedenti, sentire il suo pubblico gioire e soffrire tentando di risalire insieme. Ma la sua certezza di poter aiutare è certamente minata dalla volontà palese di puntare su altro target e da un pubblico apparentemente meno affezionato. In realtà, i tifosi sono particolari: seguono il momento e soprattutto sono più facilitati ad agire sulla tastiera per sfogo, piuttosto che per elogio…

Ora è tempo di porsi “A tua difesa” insieme e Mimmo dovrebbe far parte del fortino. Senza voler criticare la gestione decisamente lungimirante e positiva sul lungo termine, comprensibile e sostenibile senza indugi, su questo piccolo particolare il dubbio sia un errore estrometterlo è altrettanto concepibile da chi lo abbia visto e “conosciuto” negli anni.

 

NUOVI ORIZZONTI

Seppur più docilmente, la tifoseria si trova divisa tra chi

  • “con Preziosi non sarebbe successo”
  • “meglio in B che con Preziosi”
  • “il progetto dei 777 Partners è chiaro, va seguito e rispettato a costo di ricominciare dalla B”.

Ovviamente, tutti sono uniti nella e dalla speranza di salvezza, anche perché Preziosi “finalmente” non c’è più, ed i toni sono ben lontani da quelli passati.

Dal canto mio, penso che sarebbe stata possibile una via di mezzo: un mercato alla Preziosi, che desse maggiori garanzie, con elementi adatti alla salvezza – che passa per non aver timori, per accettare di soffrire e dare tutto, seppur evidentemente giocatori meno quotati, prospettici e giovani e prevalentemente in prestito; ed un’azione volta al futuro, dopo aver reso la permanenza in A molto più probabile, se non certa. A questo punto, il mercato avrebbe potuto rispecchiare quanto accaduto nel prematuro gennaio: giovani di proprietà dalle rosee prospettive che fosse A o B.

Questa squadra è di certo formata da elementi di valore, Hefti su tutti, ma pure Amiri che nulla temono e da giocatori che, in condizioni diverse potrebbero anche esprimere di più, ma proprio questi ultimi saranno pronti a vivere senza remore l’ultima cavalcata possibile rispettando i dogmi dell’allenatore: palla avanti, gioco semplice, aiuto reciproco? Lo speriamo tutti, al di là del pensiero su ciò che sarebbe potuto essere e ciò che è e sarà…

Genova, 26 Aprile 1977 “Io parlo di Comunicazione – ufficio stampa e media relation - Siti Web. Papà chiede quando smetterò di giocare e disegnare e mi troverò un lavoro vero. I genitori la sanno lunga...” Consulente per la comunicazione aziendale e politica da oltre 15 anni è socia della PVD Consulting insieme a Pietro Avogadro, sistemista ed esperto in privacy. Inizia il proprio percorso a Milano, in un’agenzia di comunicazione dopo uno stage legato al Master di specializzazione per tornare a Genova ed intraprendere il percorso lavorativo indipendente. Non è stato semplice, la sua città la accoglie con diffidenza: giovane donna, spesso si sentiva chiedere dove fosse il suo capo. Ma ha saputo destreggiarsi, crescere e creare un’impresa piccola, ma solida anche grazie alla continua voglia di evolvere, aggiornarsi e, soprattutto alla testardaggine: “E’ stato difficile affermarsi, ma l’entusiasmo che veniva percepito apriva lo spiraglio. Qualche volta non è bastato, altre è servito ad iniziare un percorso. Alla fine, posso dire essermi tolta molte soddisfazioni e qualche sassolino…” Consegue il titolo in diversi Master tra cui quello in “Ufficio stampa e media relation” del sole 24 Ore, “Digital marketing” con Studio Samo e “Consulente politico e marketing elettorale” con Eidos Communication. Tra Milano e Roma la voglia di migliorare si fa sempre sentire senza esaurirsi: “Forse è questo il mio jolly, non mi accontento mai”. Il ruolo che le piace più ricoprire è quello di addetto stampa, ma ama collaborazioni e consulenze che la portino a studiare nuove realtà e preparare i clienti ad affrontare il mondo della comunicazione sempre più visual ed incentrato sui social. I suoi clienti spaziano da realtà medio grandi di diversa natura, associazioni sportive, politici e liberi professionisti, a start up per cui studia piani di lancio. Sempre attiva, tanto da mettere il lavoro al primo posto, quando le si chieda come stia, risponde raccontando delle proprie giornate professionali. Per passione, entra in contatto con il mondo della televisione e della radio. In particolare, oggi, conduce insieme ad Angelo Arecco una trasmissione settimanale di informazione su Radio Skylab che vanta grandi ospiti e seguito. Ha scritto per alcune testate online, creato blog: “Non sono certa di dove mi condurrà la vita, amo cambiare e detesto i titoli sterili. Di certo scriverò. Questa è l’unica certezza: l’ho sempre fatto e so farlo bene!” Nell’ambito sociale, è responsabile regionale di Unavi (Unione Nazionale Vittime)

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