Anche in 12 contro 10 si vince.
Non crediamo a complotti e malafede ma quanto visto al Marulla lascia perplessi per diverse decisioni dell’arbitro Niccolò Baroni della federazione di Firenze. Questo in Cosenza Genoa in cui si è assistito sugli spalti alla festa di due tifoserie gemellate in ricordo di Gigi Marulla nell’anniversario del grande Gigi Meroni scomparso il 15 ottobre 1967 ad appena 24 anni.
In campo è successo di tutto. Gol, espulsioni e risse.
Nel prepartita Blessin aveva definito Cosenza – Genoa una possibile partita sporca. Lo sporco più che ai giocatori è arrivato dagli evidenti errori arbitrali. Errori che hanno tenuto in bilico per tutti i 90 minuti una partita che il Genoa ha ben amministrato come ormai è quasi una consuetudine in trasferta, concretizzando una evidente superiorità tecnica sul volenteroso Cosenza.
L’errore più pesante riguarda la prima dubbia ammonizione ricevuta da Bani che fa rimanere il grifone in dieci. Dubbi emergono poi sul penalty concesso al Cosenza nel recupero del primo tempo su un presunto fallo in attacco, convertito in fallo di Sabelli.
Un pragmatico Genoa, nonostante l’uomo in meno, è riuscito a gestire bene il gioco senza particolari patemi, allungando la sua serie positiva in trasferta. Cosenza come detto volenteroso ma poco pungente in attacco.
Le formazioni
COSENZA (3-4-1-2): Matosevic – Meroni, Rigione, Venturi – Rispoli, Brescianini, Calò, Panico – D’Urso – Nasti, Butic. A disposizione: Marson, Vaisanen, Gozzi, Camigliano, Kornvig, Sidibe, Vallocchia, Larrivey, Brignola, Merola, Voca, Zilli, Arioli.
GENOA (4-2-3-1): Martinez – Sabelli, Bani, Dragusin, Pajac – Frendrup, Strootman – Jagiello, Aramu, Gudmundsson – Coda. A disposizione: Semper, Agostino, Czyborra, Vogliacco, Hefti, Yeboah, Badeji, Touré, Yalcin, Portanova, Puscas.
Primo Tempo
Partita decisa in una prima frazione di gioco dominata da un Genoa che fa tanto possesso palla, ma rimane poco incisivo sotto porta. Passa in vantaggio al 30° con un rigore per fallo di mano di Rigione su cross di Gudmundsson. Coda non sbaglia, spiazza Matosevic, colpisce il palo interno e la palla si insacca.
Al 34° viene espulso Bani per doppia ammonizione per un fallo a Nasti. Entrambi i cartellini gialli sono sembrati davvero eccessivi rispetto all’entità del fallo.
Il raddoppio arriva al 37°. Scatto di Coda che passa ad Aramu il cui tiro, respinto da Matosevic, si è trasformato in rete grazie ad un bel sinistro al volo di Strootman.
Negli ultimi 5 minuti più recupero il Cosenza prende coraggio e si affaccia nella metà campo avversaria senza mai impegnare Martinez.
Proprio in chiusura di tempo Butic riapre la partita calciando un rigore dubbio concesso per un fallo di Panico su Sabelli, interpretato al contrario e sorprendentemente confermato dalla verifica VAR.
Secondo Tempo
Il secondo tempo è privo di emozioni.
Il Cosenza con l`uomo in più prevale nel possesso palla, mentre il grifone pensa a tenere palla il più possibile lontano da un inoperoso Martinez.
L’unico brivido per i difensori genoani è avvenuto al 65° per un tiro a giro di Basti largamente fuori.
Al 71° un episodio curioso fa si che l’arbitro ostacolali una conclusione finita a lato di Pajac che sarebbe potuta diventare pericolosa.
Al 81° Vogliacco ha calciato da ottima posizione ben due volte di seguito sul portiere cosentino, sugli esiti di una punizione di Pajac, vanificando un gol che avrebbe potuto chiudere in anticipo un match che il Genoa nonostante l’inferiorità numerica si è aggiudicato con grande pragmatismo nella gestione del gioco.
Una praticità fondamentale nella corsa verso la serie A. Una corsa che si vince anche con partite “sporche” , non belle ma in cui il bagaglio tecnico tattico si impone anche senza brillare.
Tre punti che portano il Genoa nel plotone che guida la serie cadetta.