SI avvicina la sfida che vedrà i grifoni scendere in campo, sabato 15 ottobre, al Marulla di Cosenza per una sfida sicuramente impegnativa alla luce di quanto espresso finora dalla squadra calabra. Ben 700 tifosi genoani saranno presenti sugli spalti. Tifosi che affrontano una trasferta di 1000 km per spingere la squadra ad una svolta a suon di gol, vittorie e continuità.
Il tasso tecnico del Genoa appare superiore ma tutti devono fare i fare i conti con un campionato “strano”. E’ questa la definizione data da Kevin Strootman, il centrocampista più in forma dell’undici di Blessin, per un torneo cadetto in cui le sorprese sono la normalità, ovvero in cui tutti possono vincere con chiunque. Una considerazione e una presa d’atto che sposa pienamente pragmatismo e toni tenuti come una constante dal suo tecnico.
Sicuramente è un Genoa in salute, con una rosa ampia che lascia a Blessin l’imbarazzo della scelta, ma permane il problema di affinare cinismo e precisione nelle conclusioni a rete. In trasferta la concretezza delle punte rossoblù sembra migliorare per la capacità di sfruttare le ripartenze in contropiede, con una difesa blindata dagli ottimi Dragusin e Bani. Ma è evidente che per centrare l’obiettivo, ed acquisire maggior convinzione, occorre vincere anche in trasferte difficili come questa di Cosenza.
I siti del Cosenza Calcio hanno evidenziato come questo incontro tra rossoblù avrà una valenza particolare per Kevin Marulla, team manager figlio del bomber Gigi, prematuramente scomparso a 52 anni.
Marulla, nato a Stilo splendido borgo vicino Reggio Calabria, fu una vera bandiera del Cosenza e del Genoa. 11 anni con i calabresi, mentre nel Genoa tra il 1985 al 1988 segnò ben 23 gol, alcuni dei quali sono rimasti memorabili nel cuore e negli occhi dei tifosi. In quel Genoa oltre ad un Tarcisio Burgnich come allenatore, giocavano Eranio, Policano e Torrente.
Nel 1999 smise di giocare ma non abbandonò il calcio allenando nelle serie minori. Marulla, definito il “Gerard Mueller dei poveri”, fu un vero uomo gol dotato di quell’opportunismo sotto porta che tanto servirebbe al Genoa di oggi.
In conclusione ai più giovani ricordiamo che Gerhard Mueller fu l’attaccante più noto del Bayern Monaco e della nazionale tedesca anni 60-70, poco teutonico nel fisico ma con un fiuto per il gol straordinario, fu protagonista di incontri memorabili come quella davvero mitica ‘Italia-Germania 4-3’ dei Mondiali Messico 1970 allo Stadio Azteca).