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Davide Ballardini

Dribbling e abilità di smarcamento: quelle zampe sotto l’acqua

22 Maggio 2021 “In passato ho fatto 12 punti in 7 partite e sono stato esonerato con la squadra all’ottavo posto. Qui può succedere di tutto”. E sull’esordio del giovane Kallon: “Mi sono arrabbiato, me lo hanno segnalato troppo tardi” 

21 Luglio 2021 “La società sa cosa voglio, sono stato chiaro”

Due frasi apparentemente innocue. La prima ascoltata in diretta, la seconda riportata da varie testate. In quest’ultimo caso, si sa, i virgolettati rispettano le esatte parole, ma possono essere estratti da un contesto che potrebbe cambiarne la percezione. Altrettanto certa, sono del fatto anche fosse stata riproposta per l’effetto, non vi sia stata poi una manipolazione di quello che è il senso intrinseco.

Due frasi che innocue non sono per niente. La prima sotto diversi punti di vista. La battuta su Kallon non può far ridere chi nel settore giovale si impegni da tempo, abbia scovato tanti talenti fino ad raggiugere il primo posto tra le squadre italiane che numericamente hanno fornito più giocatori di livello al campionato e che, a bordo campo, salvo nelle ultime occasioni ufficiali di prestigio (e quindi con rilievo mediatico) a bordo campo anche solo ad osservare la Primavera, non sia mai andato. Peraltro, non regge nemmeno la teoria “però loro non hanno segnalato” altrimenti non si spiegherebbe, per esempio, l’esordio di Caso; o l’idea “eravamo in difficoltà, dovevamo salvarci e quindi ha dovuto aspettare di essere tranquillo”, visto che, non solo in Coppa Italia, altri ragazzi sono stati impiegati. Ma tralasciamo questa parte. “In passato ho fatto 12 punti in 7 partite e sono stato esonerato con la squadra all’ottavo posto. Qui può succedere di tutto”. Due osservazioni, l’una di poca rilevanza, l’altra decisamente importante:

1. l’attacco alla società/presidenza. Qualcuno ribatté essersi tolto giustamente qualche sassolino dopo la famosa intervista in cui venne definito scarso da Preziosi. Vorrei far notare lui essere dipendente e ben pagato, che se è tornato è perché quel Presidente lo ha cercato nuovamente e che ogni esonero gli è comunque valso un anno o più di non-lavoro retribuito e nessuna altra panchina in alternativa (per mancanza di proposte). Il mondo del calcio è certamente a sé, ma alla fine il rapporto è sempre dipendente/datore di lavoro. Indubbio il suo contributo in diverse occasioni. Sarebbe stato bene lasciar parlare i fatti. Ma anche lui, evidentemente, ogni tanto “capovolge il cigno”

2. con questa frase, che ha seguito un apparente dissapore quando il ds Maroccu lo diede già per confermato a salvezza raggiunta e cui seguì il suo periodo di riflessione prima di accettare il rinnovo, si può dire aver messo all’angolo la società, richiamando ancora una volta ed abilmente “l’aiuto del pubblico” e cementando la posizione futura. Strategia perfetta per se stesso, frase sibillina e 1 a 0 per il futuro di Zio Balla

Signor Malaussène – Daniel Pennac | Spoiler alertIeri un’altra affermazione che scarica già e nuovamente le responsabilità: “La società sa cosa voglio, sono stato chiaro”. Con l’aggiunta che non deve specificare ai giornalisti (e ci mancherebbe). Ma ai colleghi ha dato di meglio: la polemica nemmeno tanto velata e soprattutto l’ennesimo scanso di responsabilità. Perché si sa, quando va meglio, ci salva e si gioca bene, il merito va subito a lui. Non si considera per esempio la rosa, il nuovo innesto, il recupero di un fuoriclasse e l’uscita da 15 gg di Covid. Quando il momento, invece, fosse negativo, c’è sempre il Presidente Malaussène…  e su questo ancora una volta si gioca: non sappiamo cosa abbia chiesto e così domani potrà sempre non essere il responsabile. Ora, parliamoci chiaro, non è facile lavorare nel Genoa. Anche se resto dell’idea che Pedullà forse non abbia ben chiaro quanto accada, così distante fisicamente e raddoppiando la lontananza per via del proprio livore, mi verrebbe da dire: magari fosse il Presidente a fare tutto, come i primi anni. Certo avvalla, certo qualche inserimento ancora lo perpetua (Eldor e Strootman gli ultimi), ma di certo è molto meno attivo. Purtroppo. E così facendo, spesso, finisce in mezzo a situazioni nemmeno immaginate. Ma di questo potremmo fargliene una colpa. L’azienda è la sua e per quanto vi sia l’uomo di fiducia a farne le veci, dovrebbe immergersi di più ed in toto nella realtà RossoBlu.

Premesso questo, la società cosa dovrebbe fare? Ai tempi della prima dichiarazione riportata, pensai comunque una chiacchierata ci fosse poi stata. Dopo l’intervista di ieri, il dubbio invece ciò non sia accaduto si fa forte. Ed ora?

Off Topic – ma non troppo

Attualmente la rosa è decisamente sotto il livello dello scorso anno e, in generale, sotto la media. Alibi acquisito? Aspettiamo.

Il calciomercato è ancora lungo, gli Europei hanno dilatato i tempi, soldi ne circolano pochi anche tra i grandi club che sono quelli che normalmente permettono di acquistare dopo cessioni importanti e reinvestire. Si cercano accordi più che cessioni quasi sempre senza acquirenti e quindi prestiti… Ma c’è tempo e ultimamente si è sempre lavorato più in sordina, talvolta sviando l’attenzione per giungere al colpo celato e vero obiettivo della trattiva. Il campo del Signorini è in ottima forma grazie al restyling e quindi non vi saranno altri ritiri e la squadra prenderà corpo qui a Genova… vedremo qualche temerario dal viadotto dell’autostrada osservare in attesa della sorpresa, qualcuno stanziato al Baluardo ed altri dalle finestre dei palazzi vicino al campo osservare.

E comunque, anche alla fine, ancora una volta, dovesse andare via, potremmo sempre consolarci: «Mi hanno chiamato a Cagliari e la mia impostazione di gioco è stata ripetuta per 6-7 anni, medesima situazione a Bologna e ora anche al Genoa» ipse dixit.

Genova, 26 Aprile 1977 “Io parlo di Comunicazione – ufficio stampa e media relation - Siti Web. Papà chiede quando smetterò di giocare e disegnare e mi troverò un lavoro vero. I genitori la sanno lunga...” Consulente per la comunicazione aziendale e politica da oltre 15 anni è socia della PVD Consulting insieme a Pietro Avogadro, sistemista ed esperto in privacy. Inizia il proprio percorso a Milano, in un’agenzia di comunicazione dopo uno stage legato al Master di specializzazione per tornare a Genova ed intraprendere il percorso lavorativo indipendente. Non è stato semplice, la sua città la accoglie con diffidenza: giovane donna, spesso si sentiva chiedere dove fosse il suo capo. Ma ha saputo destreggiarsi, crescere e creare un’impresa piccola, ma solida anche grazie alla continua voglia di evolvere, aggiornarsi e, soprattutto alla testardaggine: “E’ stato difficile affermarsi, ma l’entusiasmo che veniva percepito apriva lo spiraglio. Qualche volta non è bastato, altre è servito ad iniziare un percorso. Alla fine, posso dire essermi tolta molte soddisfazioni e qualche sassolino…” Consegue il titolo in diversi Master tra cui quello in “Ufficio stampa e media relation” del sole 24 Ore, “Digital marketing” con Studio Samo e “Consulente politico e marketing elettorale” con Eidos Communication. Tra Milano e Roma la voglia di migliorare si fa sempre sentire senza esaurirsi: “Forse è questo il mio jolly, non mi accontento mai”. Il ruolo che le piace più ricoprire è quello di addetto stampa, ma ama collaborazioni e consulenze che la portino a studiare nuove realtà e preparare i clienti ad affrontare il mondo della comunicazione sempre più visual ed incentrato sui social. I suoi clienti spaziano da realtà medio grandi di diversa natura, associazioni sportive, politici e liberi professionisti, a start up per cui studia piani di lancio. Sempre attiva, tanto da mettere il lavoro al primo posto, quando le si chieda come stia, risponde raccontando delle proprie giornate professionali. Per passione, entra in contatto con il mondo della televisione e della radio. In particolare, oggi, conduce insieme ad Angelo Arecco una trasmissione settimanale di informazione su Radio Skylab che vanta grandi ospiti e seguito. Ha scritto per alcune testate online, creato blog: “Non sono certa di dove mi condurrà la vita, amo cambiare e detesto i titoli sterili. Di certo scriverò. Questa è l’unica certezza: l’ho sempre fatto e so farlo bene!” Nell’ambito sociale, è responsabile regionale di Unavi (Unione Nazionale Vittime)

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