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Rubrica -Three Lions

E’ sempre Italia – Inghilterra

E’ sempre Italia-Inghilterra. Una qualche divinità del calcio ha deciso che nel 2021 il Belpaese e la “Perfida Albione” debbano rivivere uno scontro infinito, come un’eterna ripetizione nietzschiana dell’uguale  applicata al pallone. Negli occhi degli italiani, che hanno toccato il paradiso, e in quelli degli inglesi, che hanno imparato sulla loro pelle il pericoloso proverbio del “Chi entra Papa esce Cardinale”, è ancora fresca l’immagine di una piovosa sera di luglio quando gli Azzurri hanno alzato al cielo il trofeo di Euro2020, dopo 15 anni dalla notte di Berlino.  L’autunno, che nel Regno Unito è iniziato con sole e temperature estive, si preannuncia, però, molto diverso. La pallina, insondabile e fatale, dei sorteggi di Nyon ha abbinato quasi tutte le squadre di Serie A contro avversari inglesi (tranne i campioni d’Italia dell’Inter, Roma e Lazio): per il figliol prodigo Ac Milan sarà un battesimo di fuoco, subito a metà settembre. I rossoneri, che tornano in Champions dopo quasi dieci anni, hanno pescato la bestia nera Liverpool; la Juventus, addirittura, avrà contro il peggior avversario possibile, quel Chelsea che è salito sul tetto d’Europa. L’Atalanta, ormai ospite fissa della competizione, andrà di nuovo a Manchester, dov’era stata nel 2019, ma stavolta nell’altra sponda della città, quella dello United del ritrovato CR7. Roba da brividi.  

Corazzata (economica) Premier League

La Premier League è una corazzata, la portaerei europea del calcio. L’estate, nonostante la delusione nazionale per gli Europei, ha riconfermato che il calcio inglese è una superpotenza: è stato speso più di 1 miliardo di sterline nel calciomercato estivo. Tutte le big si sono rafforzate. Al contrario, la Serie A si è impoverita: ha dovuto dire addio, più o meno controvoglia, a Cristiano Ronaldo, ritornato a Manchester nel “suo” United, dopo la deludente esperienza in bianconero, dove esplose la sua carriera; a Romelu Lukaku, anch’egli volato in Premier League, al Chelsea di Tuchel; e a “Gigio” Donnarumma, che ha lasciato Milano per approdare al PSG a Parigi 

Obiettivamente i club che le squadre italiane si troveranno a dover affrontare sono tutte di un livello superiore, eccezion fatta, probabilmente, per il Napoli che incontrerà il Leicester. Il big match della stagione, e che chiuderà questo anno di sfide infinite tra Italia e Inghilterra, è quello che si giocherà Stamford Bridge. Il 23 Novembre la Vecchia Signora andrà a casa dei campioni d’Europa il cui centrocampo sarà diretto da quel Jorginho, l’italo-brasialiano che ha portato gli Azzurri a vincere Euro2020 ed è in odore di pallone d’oro. L’Atalanta è il jolly: due anni fa fu asfaltata dal City di Guardiola (ma poi arrivò fino alla semifinale); l’anno scorso ha espugnato Anfield Road, lo stadio del Liverpool. 

Un biglietto per il Qatar

A proposito di disfide tra Italia e Inghilterra: anche gli Azzurri trionfatori a Wembley ritroveranno i britannici nel loro cammino verso i Mondiali del Qatar, obiettivo infallibile per gli italiani che già hanno subìto l’onta e il disonore della mancata qualificazione a Russia 2018. Il 10 novembre, nell’inospitale e gelida Belfast, affacciata sul grigio Mare d’Irlanda, gli undici di Roberto Mancini affronteranno l’Irlanda del Nord. Tecnicamente non è Inghilterra, ma è pur sempre la fatidica Gran Bretagna. Sarà una delle ultime partite del girone e, dopo i due pareggi nelle partite d’esordio del giron (contro Bulgaria e Svizzera), sarà un altro match decisivo, da dentro o fuori, per staccare il biglietto aereo direzione Doha nel 2022. Lo spirito di Wembley continua ad aleggiare. 

“Simone Filippetti, giornalista del Sole 24 Ore basato a Londra, è autore e commentatore tv. Ha vissuto a Milano e New York. E’ autore di numerosi libri: Serenissimi Affari (Marsilio, 2014); I Signori del Lusso (Sperling&Kupfer 2019); e il recentissimo Un Pianeta Piccolo Piccolo (Il Sole 24 Ore 2021)”

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