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Rubrica -Three Lions

Euro2020 è la Brexit del calcio

Se, come dice il proverbio, Chi ben cominicia, è a metà dell’opera, allora l’Inghilterra è a meta della sua opera di arrivare almeno alla Semifinale di Euro 2020, obiettivo minimo che la squadra si è dato. Per la prima volta nella storia del secondo trofeo di calcio più importante (il primo essendo ovviamente i Mondiali), la nazionale inglese ha esordito con una vittoria, battendo la Croazia vice-campione del mondo.

Per una di quelle curiose coincidenze della storia, l’avventura degli Europei, per la nazionale guidata da Gareth Southgate inizia da dove erano finita a Russia 2018: in semifinale, gli inglesi furono battuti dalla Croazia che volò così in finale contro la Francia. E sempre per gli insondabili intrecci del destino, Inghilterra è tornata a giocare a Wembley, lo storico stadio di Londra, 25 anni dopo Euro 96, che all’epoca erano stati ospitati proprio dalla Gran Bretagna. Nemmeno lo stadio è più lo stesso: le vecchie Twin Towers sono state abbattute e ora c’è un grandioso arco che sormonta l’impianto, visibile fin dal quartiere, distante, di Sheperd’s Bush. E anche quella che è scesa sul campo di Wembley, tra il tifo di 22mila scalmanati e accaldati tifosi dello stadio, a capacità ridotta ma per la prima volta da un anno e mezzo dopo il Covid, è una nazionale molto diversa: oggi l’Inghilterra è una delle nazionali, arriva al torneo con grandi ambizioni e altrettanto grandi aspettative, esaltata dalla stampa già in visibilio. In effetti qualche motivo di esaltazione, per un popolo che da decenni aspetta una vittoria dei Tre Leoni (il simbolo della squadra) e ogni volta esce deluso da Mondiali ed Europei, stavolta c’è: il calcio inglese domina l’Europa, la Premier League ha spedito 3 club su 4 finalisti delle coppe europee. L’ossatura della nazionale è composta dai giocatori del Chelsea campione d’Europa, Manchester City, Manchester United e Liverpool. Il meglio del calcio mondiale. Ecco il segnale: una nazionale che si può permettere il lusso di togliere dal campo Foden, una delle sue stelle, per sostituirla con l’idolo Marcus Rahsford, che agli Europei fa la panchina, la dice lunga sulla cantera inglese. Sterling e Mount fanno faville, Kane è la classica torre d’area e in difesa, il ct ha solo l’imbarazzo della scelta, tra Stones, Trippier, Alexander-Arnold, Tomori e Walker.

Se i Tre Leoni sono partiti come meglio non potevano, della Croazia si può solo dire che sono solo la pallida ombra della gioiosa macchina a guerra del 2018. La sorpresa dei Mondiali di tre anni fa, la nazionale autarchica di un paese con 4 milioni di abitanti è apparsa molle e scarica. Una squadra in declino come il suo (ex) metronomo, e cuore pulsante, Luka Modric: il Pallone d’Oro croato, l’uomo dietro al successo del Real Madrid, grande architetto del gioco dei Blancos, è un giocatore sul viale del tramonto. D’altronde, la fame è poca (avendo vinto tutto e di più) e l’età avanza. In attacco, poi, manca un Mario Mandzukic, un ariete d’area che la metta dentro come nel 2018 quando appunto Marione. Ante Rebic è stata la rivelazione della Serie A di quest’anno e e uno degli artefici del ritorno del Milan in Champions League, nonché del secondo posto in campionato, dopo 10 anni, ma non è all’altezza dell’ex idolo bianconero.

Inghilterra parte a punteggio pieno, assieme a Italia e Belgio, altre due favorite. A differenza però di “pizzaioli” e “cioccolatieri”, i bevitori di birra hanno vinto contro la squadra più forte finora.

Prossimo impegno per gli inglesi sarà più facile sulla carta, ma non nella testa: il derby contro la Scozia. E la politica entra direttamente nel campo di calcio: gli Highlander da tempo reclamano l’indipendenza dalla Gran Bretagna contro l’odiato dominio inglese. La Scozia ha un undici nemmeno lontanamente paragonabile a quello inglese, ma la psicologia e le motivazioni daranno una spinta enorme alla nazionale dei Braveheart. Per parafrasare il Barone Von Clausewitz, gli Europei sono la continuazione della Brexit sotto altra forma.

“Simone Filippetti, giornalista del Sole 24 Ore basato a Londra, è autore e commentatore tv. Ha vissuto a Milano e New York. E’ autore di numerosi libri: Serenissimi Affari (Marsilio, 2014); I Signori del Lusso (Sperling&Kupfer 2019); e il recentissimo Un Pianeta Piccolo Piccolo (Il Sole 24 Ore 2021)”

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