Lo abbiamo segnalato anche ieri in diretta radiofonica ed in precedenza in modo meno diretto. Si sono sentite molte voci in merito al ritorno di Gasperini in RossoBlu. Tanti hanno storto il naso la prima volta che tirammo fuori l’argomento: il mister di Grugliasco, due volte panchina d’oro, disposto a scendere in B? Al massimo sarebbe stato pensabile con la permanenza nella massima serie.
Sì, perché la realtà è ben diversa.
Come nelle favole, iniziamo con un “tutto ebbe inizio”… Siamo ancora nell’epoca della transizione Preziosi/777 Partners. Qualche anno prima, l’ormai ex presidente del Genoa segue la squadra in trasferta. E’ il 2019, siamo al Mapei Stadium. L’ex Mister trova un Preziosi carico: i rapporti non sono mai stati idilliaci, due prime donne che amano la visibilità e “lottano” per prevalere in tal senso l’uno sull’altro, ma l’allora patron del Grifone non si fa certo problemi. Precedentemente, dopo averlo esonerato, formalmente a fine stagione nella realtà a dicembre, nel pieno della contestazione, lo consiglia a Percassi ed interviene nuovamente per evitargli l’esonero dopo un inizio disastroso che ha poi condotto alla storia di successo che tutti conosciamo. Siamo al Mapei, dunque. Preziosi parla con Gasperini per convincerlo a tornare: 2 ml e mezzo all’anno per 5 anni. Gasperini declina amabilmente, vuole giocare le Coppe e crescere ulteriormente, ma lascia aperto uno spiraglio: un giorno tornerà. Ed arriviamo ad oggi: il suo ciclo bergamasco è terminato, salvo non trovi nuova sistemazione e comunque questa non sia in Italia, e si potrebbe quindi tentare di spalancare la porta di Genova. Lo sa bene Zangrillo che non perde tempo. Il Mister, nonostante la categoria, forte della nuova dirigenza e delle prospettive futuribili, acconsente.
Breve flash. Diego Pistacchi ieri sera, nel corso della trasmissione sull’emittente ligure e nostra partner Radio Skylab, propone sulla vicenda un punto di vista molto interessante e condivisibile. La società ha già di fatto dichiarato, a mio modo di vedere avventatamente, di avere risorse illimitate e soprattutto “only one year“: la promessa di una risalita rapida, nonostante un campionato già difficile di per sé e che quest’anno si profila molto combattuto a fronte delle tante squadre che possono ben sperare di tornare in Serie A. E proprio per questo, a maggior ragione, lui sarebbe stato la scelta migliore: il ritorno dell’allenatore che tutti rimpiangono, la garanzia del “comunque vada, sarà un successo” ed il sostegno che non verrà mai a mancare. Perché oltre ad alzare le probabilità di riuscita dell’impresa, avrebbe ricompattato la tifoseria che, in caso di non raggiungimento dell’obiettivo, non avrebbe certo contestato.
Ma torniamo a noi. Tutto pronto, accordo verbale preso, gioia del Mister sinceramente convinto di tornare ad essere Gasperson. La nuova proprietà però decide di andare avanti con Blessin.
Cosa può essere successo? I motivi sono diversi, l’ago della bilancia uno: Spors… che vuole un allenatore straniero ed amico e di fondo avere mano libera sul mercato. Gasperini non ha mai chiesto giocatori specifici, ma “ruoli”: con Milanetto l’alchimia era perfetta. Lui chiedeva un profilo definito, l’ex centrocampista si metteva al lavoro e lo individuava, il DS chiudeva. Ora, se da un lato il nuovo General Manager vuol far di suo, anche il “quasi” mister ha le proprie richieste, in particolare una persona che si affianchi al tedesco e che abbia contezza del calcio italiano e di serie B. In effetti, Zangrillo aveva già posto rimedio al problema, contattando Stefano Capozucca. Da qui il crack dell’affaire, la 777 – già propensa a continuare con un Red Bull man – propone un secco “NO”.
Conoscendo il Gasp, un po’ di “risentimento” lo coverà, facendosi eventualmente desiderare in futuro. Di certo, ci auguriamo che tutto vada bene per il Genoa. Chiunque sieda sulla panchina e sia alla guida del Magico Genoa, faccia bene. Dei nomi non ci importa.
“Ho sperato… L’uomo è una povera e miserabile creatura! Che cosa ho sperato! Non lo so, qualche cosa d’ignoto, d’assurdo, d’insensato… un prodigio! E quale? Può dirlo Dio solo, che ha mischiato alla nostra ragione il sentimento della speranza”.
(Alexandre Dumas padre)