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Editoriale

Genoa – Milan 0-3. Diego Pistacchi- SOLO PER GRIFONI.

Preoccupanti passi indietro. Non per il risultato che era più che possibile, ma per alcuni “messaggi” arrivati dalla partita. La necessità di recuperare quanto prima alcuni giocatori si fa sempre più un’emergenza. Sarà che aggiungere alle precedenti assenze anche quelle di Criscito e Destro non è sopportabile perché tolgono esperienza, carica agonistica, voglia di lottare e ovviamente l’unica soluzione realizzativa che aveva permesso al Genoa di Ballardini di salvare la ghirba con qualche squadretta.

Ora, contro gli squadroni e senza queste qualità, lo 0-0 di Udine resta il risultato massimo cui si può ambire.
I segnali negativi arrivati contro il Milan erano forse finora stati in parte anestetizzati. Ma dover pagare due gravi incertezze di Sirigu – la prima tra l’altro con annesso marchiano errore di posizionamento della barriera e successiva mancanza di reattività su un tiro tutt’altro che al fulmicotone – che portano sullo 0-2, tolgono carica e voglia di lottare, tolgono sicurezza a un reparto che aveva sofferto ma non aveva concesso occasioni stratosferiche.

C’era da trovare una soluzione alla posizione di Diaz che dietro le linee non veniva efficacemente contrastato dalla mediana rossoblù, e creava difficoltà. Ma la mazzata prima dell’intervallo ha cambiato tutto. Quelle brutte sensazioni di una squadra senza la forza di provarci dopo il colpo da ko, si sono fatte strada nella ripresa.

L’ingresso di Hernani ha fatto subito capire che uno Sturaro con qualche limite fisico è pur sempre un’altra cosa. Il brasiliano ha passeggiato, si è sempre fatto trovare svogliato, disattento, mai convinto di quello che faceva. E l’occasione subito svanita sulla punizione di Rovella ha fatto il resto.
Eccoli emergere i segnali negativi. I passi indietro. Perché la squadra ha dato l’impressione di arrendersi. Sottolineata dalla rabbia dello stesso Rovella che ha fatto tutto il campo fino a quando si è lasciato andare sperando nella sostituzione puntualmente arrivata.

Sheva li ha raccolti tutti questi messaggi. Ha preso atto che non c’erano speranze di farcela (sensazione che forse il Genoa ha assaporato stasera per la prima volta, a parte l’esordio contro l’Inter), ha preservato chi almeno è indispensabile per la prossima.
Da qui a domenica il mister ha il compito più delicato, quello di ricreare fiducia in un gruppo che nel secondo tempo ha smesso di provarci. Il mercato di gennaio è lontano, servono anche punti prima. Servono soprattutto giocatori che ritornino in gruppo a dare una mano. Tecnicamente e caratterialmente. Servono Grifoni che diano speranza e voglia agli altri. E’ il momento più difficile, era evidente a tutti che la tardiva sostituzione dell’allenatore avrebbe messo Shevchenko in questa situazione. Sta a lui ora dimostrare che tempo e pazienza sono dalla sua parte, sta a lui respingere i preoccupanti segnali del secondo tempo contro il Milan.

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