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Genoa

Genoa Spezia 0-1

Quel minuto della squadra sotto la Nord. Zangrillo: “Una squadra che aveva paura”,

“Asl-Covid. Serve una legislazione chiara su tutto il territorio”.

Ancora una sconfitta. Una sconfitta che brucia con una diretta concorrente nel derby ligure contro gli aquilotti ottimamente messi in campo.

Unica nota confortante la decisa reazione finale, troppo tardiva, e il cambio di passo che si è avuto con l’ingresso di Nicolò Rovella, dopo un primo tempo imbarazzante. Quasi un blocco psicologico. “Siamo scesi in campo con la paura senza quello spirito guerriero che avevo invocato.” ha ammesso lo stesso presidente Alberto Zangrillo, che ha aggiunto: “E’ un momento difficile. Uno dei più difficile ma non dobbiamo demoralizzarci” Come detto l’ingresso di Rovella, da molti invocato, ha chiaramente migliorato il quadro in un centrocampo rossoblù in cui sono evidenti le carenze per l’assenza di un vero incontrista, in grado di spezzare le trame avversarie, e di un elemento veloce dai piedi buoni in grado di saltare l’uomo, migliorare il possesso palla, e sfruttare meglio le ripartenze.

In ogni caso la reazione ha portato a almeno due occasioni che avrebbero potuto regalare il pareggio. Certo se ci si mette anche il mitico Destro a sbagliare solo davanti alla porta, il quadro diventa pesante. Un attacco che, in ogni caso, appare alquanto spuntato. Bisogna comunque riconoscere come in più occasioni lo Spezia abbia sfiorato il raddoppio con efficaci e precisi contropiedi che hanno messo in evidenza, ce ne fosse ancora bisogno, l’esigenza di innesti immediati e di qualità proprio a metà campo.

“Dovevamo e potevamo fare meglio e so bene cosa passa per la testa dei tifosi” è il commento del presidente che non si fa certo illusioni: “Sono abituato a fronteggiare situazioni ben più difficili. Sono qui per riparare e quando ho preso l’incarico non eravamo a metà classifica. Ora occorre acquisire una identità”.

Senza dubbio significativo ed eloquente quel quel minuto in cui la squadra è rimasta sot

to la Gradinata Nord. Quell’affrontare e guardare occhi negli occhi i tifosi delusi, esasperati, che, dopo non aver mai fatto mancare il loro apporto alla squadra, urlavano “fuori i co…..i” e “non ci meritate”. Un segnale di quel legame e dell’impegno dei giocatori nell’affrontare la realtà prendendo atto delle evidenti ma ancora superabili difficoltà. Come ha testimoniato la “protesta costruttiva” della Nord, mentre cala la pazienza e aumentano le perplessità, la risposta si può trovare solo in quella grinta manifestata nel secondo tempo e in quel finale arrembante in cui si è visto un qualche ritorno di quello spirito guerriero auspicato dal Presidente. La strada è comunque dura perché andando avanti saranno sempre più aspre le battaglie che attendono i grifoni specie nei fondamentali scontri diretti.

Confusione Asl. In conclusione Zangrillo ha manifestato, senza mezzi termini, tutta le sue perplessità sulle nuove disposizioni per limitare la diffusione della pandemia: “Limitare gli accessi negli stadi a 5mila persone è una farsa. E’ inconcludente per limitare i danni dell’epidemia”.

“In questo momento l ‘emergenza non è la terapia intensiva ma le code per il tampone e nei Pronto Soccorso. Chi sta male fa fatica ad entrare in ospedale”. La critica tocca anche i variegati approcci delle Asl sul territorio che hanno aperto un vortice di polemiche. “Un periodo farsesco. Serve una legislazione chiara per tutto il territorio nazionale. Bisogna curare e non tamponare le persone”.

Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2010 nella redazione di Nuova Società. Interessi estesi dal sociale, alla divulgazione scientifica, con attenzione alla futurologia e al mondo del mistero con grande criticità.

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