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Genoa

Il futuro è oggi (?)

“Fare un nuovo passo, dire una nuova parola, è ciò che la gente teme di più”, afferma Fëdor Dostoevskij.

Il nuovo passo potrebbe considerarsi la cessione, la nuova parola è certamente “fondo”, che non conosce Presidente, ma un Ad, che non ha un volto vero ed un nome di persona. Ciò che la gente teme di più. Chi c’è dietro? Non tutti, a dirla tutta. Alcuni sono felici “purché non lui”. Ma si chiedono anche loro come sarà non avere un uomo, degli occhi da studiare, un riferimento concreto.

Qualche sera fa chiacchieravo con il collega ed amico Roberto Renga. Cercavo conforto quando ancora le informazioni ricevute parlavano di un vero e proprio addio di Preziosi. In lui trovai però conferme: “Anch’io preferisco un uomo a un fondo. Un uomo italiano anche meglio…”

Fortunatamente, nell’intervista a Telenord, il finale in cui Preziosi afferma che dovrebbe avere ancora per qualche anno un ruolo interno e che ad alcuni ha creato orticaria, ha ridato a me – ed ai molti suo sostenitori – serenità. AD? Per tale posizione il tempo da impegnare in società è molto, lo sa bene Zarbano che credo alla fine continuerà il suo percorso nel Genoa. Troppo per chi sia un imprenditore così importante. Ma forse, a 73 anni, è tempo di alleggerirsi ed il calcio, pur essendo un impegno gravoso, potrebbe essere più divertente, soprattutto quando non si sia più il patrono cui accollare errori, difficoltà e quasi mai i successi perpetuati.

Un fondo americano. L’ultima moda negli States è venir a speculare, investire ed introitare (perché di questo si tratta) in Italia, con un occhio di riguardo allo sport. In Europa già da tempo è iniziata la corsa, da noi, lentamente procede: Milan, Inter, Roma, Spezia… ma anche squadre “minori”. Una corsa a tempo determinato, che può ridursi in caso gli investimenti non portino con sé lauti guadagni. Che per lo più giungono dal mercato, dal merchandising, dai diritti TV… La Roma conosce bene le difficoltà di appartenere ad un fondo ed Elliot – che comunque ha in seno ancora tanto del gruppo berlusconiano – ha dato un termine alla propria avventura…

Quello che non comprendete appieno, forse, è che il passaggio ad un fondo può portare benefici solo se vi sia un controllo totale a partire dai dirigenti, con un piano teso alla sostenibilità ed alla totale trasparenza. Nella fattispecie il modello Lille, salvato da Elliott nel 2018, che impose Luis Campos come direttore generale. I risultati sono stati eccellenti. Se Elliott avesse potuto operare liberamente come al Lille, il Milan avrebbe ottenuto ad esempio, risultati migliori fra il 2018 e il 2020 spendendo meno“.  Sono le parole di un collega esperto di casa Milan, con cui mi sono confrontata proprio in merito al futuro RossoBlu.

Aggiungerei che da quel che vediamo, in Italia parrebbe essere molto difficile agire come avvenuto nell’esempio francese. Se poi, nel nostro caso, a ciò abbiniamo la mancanza di uno stadio di proprietà, la vendita di prodotti legati al brand piuttosto scarsa (per motivi numerici cittadini e gestione non proprio ottimale) ed una piazza non facile… In quest’ultimo caso la mente va subito a Preziosi che ha raggiunto traguardi con il Genoa, non ultimo quello di permanenza in serie A e pure la creazione di una vera e propria fucina di talenti, ma cui si attribuiscono solo gli insuccessi.

E mi preoccupo sì, anche in generale. Perché penso che in Italia ed a Genova sia molto difficile operare se non si sia profondamente radicati sul territorio. E chi lo è, si guarda bene dal muovere dito. Però, e qui mi collego alla permanenza interna dell’attuale Presidente, i tifosi del Genoa possono avere qualche garanzia in più: in caso di mancanza di introiti, quando “il fondo” non dovesse reputare il business al livello sperato o, semplicemente, fosse per lui giunto il momento di cambiare e puntare su altro, noi avremmo un paracadute. Sono certa, infatti, Preziosi non ci abbandonerebbe; sono certa cercherebbe una soluzione finanche il dover riprendere le redini in mano… Preziosi, ancora una volta, sarebbe/è, come fu a Treviso, la nostra garanzia. Quindi, in quelle parole di permanenza, pongo le mie speranze e le mie paure. Paure in caso poi, ancora preso di mira o per stanchezza, pensasse “ora basta”… paure che depongo ai suoi piedi in totale fiducia non saranno mai realtà.

Ma quindi, si può dire esser fatta? A noi risulta intorno al 10 agosto essersi chiusa (l’ennesima) due diligence. A quel punto sarebbe stato firmato il preaccordo con penali salate in caso in cui una delle parti non avesse mantenuto l’impegno. A Preziosi, come facilmente immaginabile, l’onere (ed onore) del mercato, che così è decollato, con molti giocatori anche di proprietà, oltre che di qualità. La sua parte è stata così, per quel che abbiamo saputo, ampliamente mantenuta. Il fatto sono certa avrebbe agito così anche non vi fosse stata alcuna trattativa, va tra le speculazioni di chi in lui ha sempre creduto e che ha saputo vedere sforzi e meriti. Tocca al “fondo” – sento una musica Hitchcockiana – adempiere la propria parte con la chiusura di fine mese.

Rien va plus? Così è, se vi pare! Con l’ombra di Mascardi e Sogliano jr. Anche se qualcuno ha scongiurato almeno la presenza di quest’ultimo come DS, la voce si perpetua in altri “lidi”

Ed intanto a Villa Rostan… qualcuno va via, di propria volontà. C’è fermento…

Genova, 26 Aprile 1977 “Io parlo di Comunicazione – ufficio stampa e media relation - Siti Web. Papà chiede quando smetterò di giocare e disegnare e mi troverò un lavoro vero. I genitori la sanno lunga...” Consulente per la comunicazione aziendale e politica da oltre 15 anni è socia della PVD Consulting insieme a Pietro Avogadro, sistemista ed esperto in privacy. Inizia il proprio percorso a Milano, in un’agenzia di comunicazione dopo uno stage legato al Master di specializzazione per tornare a Genova ed intraprendere il percorso lavorativo indipendente. Non è stato semplice, la sua città la accoglie con diffidenza: giovane donna, spesso si sentiva chiedere dove fosse il suo capo. Ma ha saputo destreggiarsi, crescere e creare un’impresa piccola, ma solida anche grazie alla continua voglia di evolvere, aggiornarsi e, soprattutto alla testardaggine: “E’ stato difficile affermarsi, ma l’entusiasmo che veniva percepito apriva lo spiraglio. Qualche volta non è bastato, altre è servito ad iniziare un percorso. Alla fine, posso dire essermi tolta molte soddisfazioni e qualche sassolino…” Consegue il titolo in diversi Master tra cui quello in “Ufficio stampa e media relation” del sole 24 Ore, “Digital marketing” con Studio Samo e “Consulente politico e marketing elettorale” con Eidos Communication. Tra Milano e Roma la voglia di migliorare si fa sempre sentire senza esaurirsi: “Forse è questo il mio jolly, non mi accontento mai”. Il ruolo che le piace più ricoprire è quello di addetto stampa, ma ama collaborazioni e consulenze che la portino a studiare nuove realtà e preparare i clienti ad affrontare il mondo della comunicazione sempre più visual ed incentrato sui social. I suoi clienti spaziano da realtà medio grandi di diversa natura, associazioni sportive, politici e liberi professionisti, a start up per cui studia piani di lancio. Sempre attiva, tanto da mettere il lavoro al primo posto, quando le si chieda come stia, risponde raccontando delle proprie giornate professionali. Per passione, entra in contatto con il mondo della televisione e della radio. In particolare, oggi, conduce insieme ad Angelo Arecco una trasmissione settimanale di informazione su Radio Skylab che vanta grandi ospiti e seguito. Ha scritto per alcune testate online, creato blog: “Non sono certa di dove mi condurrà la vita, amo cambiare e detesto i titoli sterili. Di certo scriverò. Questa è l’unica certezza: l’ho sempre fatto e so farlo bene!” Nell’ambito sociale, è responsabile regionale di Unavi (Unione Nazionale Vittime)

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