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Rubrica -Three Lions

Il Tottenham “italiano” sprofonda: Paratici nel mirino

Si scrive Premier League, ma si legge Juventus. Negli ultimi giorni, le notizie che hanno mosso il campionato inglese sono tutte “originate” da Torino, lato bianconero. Il film che quasi venti anni fa lanciò il talento di Paolo Sorrentino, si chiamava “Le Conseguenze dell’Amore”. In una piovosa, fredda e ventosa domenica di febbraio, sotto una Londra grigia da inverno infinito, il problema della Premier si chiama Tottenham. Ma si potrebbe ri-titolare il tutto “Le conseguenze della Juventus”.

Con tre sconfitte consecutive, gli Spurs sono piombati in piena crisi. Crisi esplosa e, guardacaso, coincisa con l’arrivo di due “scarti” della Vecchia Signora. Doppia sconfitta in casa per la squadra di Antonio Conte, ritornato in Premier League, dopo la gloria al Chelsea e lo scudetto con divorzio all’Inter (e forse chissà che non si stia pentendo di aver sbattuto la porta in faccia troppo presto ai cinesi: ora sarebbe primo in Serie A). Perso per 3-2 nel nuovo scintillante stadio contro il modesto Southampton, undicesimo in campionato; e perso pure contro gli Wolves. La partita contro il club di Wolverhampton era uno scontro diretto per giocarsi un posto in Europa League (dove per ora staziona comodo il Manchester United). Dopo lo 0-2, il Tottenham si ritrova lontanissimo dall’Europa, scivolato in un mesto ottavo posto, a quasi 30 punti dalla capolista Manchester City, ormai inarrivabile per chiunque, anche per il tosto inseguitore Liverpool che segue a ruota ma ha 9 punti di distacco.

I fasti di Natale, quando Mister Conte, dopo sole poche settimane sulla panchina, accarezzava la zona Europa League della classifica sono già un ricordo svanito. Dopo l’epico pareggio contro i marziani del Liverpool, che avrebbe anche meritato una vittoria, i tifosi avevano fatto esplodere lo stadio, intonando cori in onore del tecnico italiano. Ora, invece, sui social media intonano critiche e gli insulti: dopo l’ennesima sconfitta su Twitter l’hashtag #Tottenham era di tendenza e non per esprimere soddisfazione.

Ma i social hanno già individuato il colpevole: non è Conte, che non perdeva tre partite di fila dal 2009, ma Fabio Paratici, the other italian, l’altro italiano. Sul manager, traslocato a Londra dalla Juve la scorsa estate, si addensano già pesanti nubi: già mesi fa i giocatori avevano criticato Paratici, reo di sedersi in panchina e fare pressioni sugli atleti. Ora, l’accusa è di aver portato nel club, nella campagna di gennaio, due “bidoni”: gli ex bianconeri Bentancur e Kuluveski.

Su Twitter, Carlo Garganese, riassume il pensiero di molti tifosi: “Pagati 70 milioni alla Juventus per uno che perde la palla a centrocampo 3 volte a partita e un altro che da due anni non salta l’uomo”.

 

 

Al di là dei giudizi, è un dato di fatto che aveva più bisogno la Juve di liberarsi di due pesi morti (con stipendi generosi) di quanto ne avesse il Tottenham, i cui problemi sono più in difesa che negli altri reparti. Liberatasi del lussuoso, ma costoso, Cristiano Ronaldo; e dei due mezzi flop di Bentancur (arrivato tra grandi attese, cresciuto e poi però rimasto in un limbo di mediocrità); e quello, ancor peggiore, del giovane svedese, strappato al Parma per 40 milioni, la stessa cifra di Haaland, la Juve ora galoppa. E dopo un avvio di stagione horror, adesso è ritornata in carreggiata e potrebbe pure sperare ancora nello scudetto, con l’Inter che sta perdendo velocità.

 

Il Tottenham che prima era uno schiacciasassi, si è improvvisamente inceppato: è forse diventato una succursale della Juve?, si chiedono i tifosi. Tira aria di pesante crisi dalle parti di White Hart Lane. Citofonare Boris Johnson che a sopravivvere in mezzo alle crisi è ormai un esperto.

“Simone Filippetti, giornalista del Sole 24 Ore basato a Londra, è autore e commentatore tv. Ha vissuto a Milano e New York. E’ autore di numerosi libri: Serenissimi Affari (Marsilio, 2014); I Signori del Lusso (Sperling&Kupfer 2019); e il recentissimo Un Pianeta Piccolo Piccolo (Il Sole 24 Ore 2021)”

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