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Analisi e opinioni.

In Argentina lo chiamano “il volante”.

Pochi giorni fa con un amico argentino,  ex giocatore professionista, discutevamo dell’attuale centrocampo della nazionale albiceleste.  Notai come più volte si soffermasse sul ruolo del “volante” e sulle differenze che la squadra può avere a secondo di chi gioca.

Attualmente il  “volante” nella nazionale argentina viene coperto da Leandro Paredes, giocatore che milita nel Paris Saint Germain.

Si tratta di un calciatore che ha avuto un passato italiano, giocando in  Chievo, Empoli e Roma in Italia ma che non è mai emerso per qualità eccelse.

Chiunque segua il calcio sudamericano non può non aver sentito parlare del “volante”.

Un ruolo che personalmente mi ha sempre affascinato per come rappresenti il cuore, l’anima di una squadra.

Il volante è il giocatore di centrocampo che sta davanti alla difesa e che fornisce  equilibrio, qualità e quantita’ ai due settori.

In genere è un ruolo che viene svolto da gente esperta in grado di prendere le redini della squadra e dettare i tempi, dare sicurezza e reattività specie nei momenti di difficoltà.

Il termine volante nel calcio ha origine da un giocatore argentino di Lanus che si chiamava proprio Carlos Martín Volante e giocava col numero cinque.

Fu quindi questo oriundo italiano di Alessandria, che giocò anche in Italia con maglie di Napoli, Torino e Livorno, a dare il nome a questo ruolo.

Carlos Volante ebbe anche un importante esperienza brasiliana con la maglia del Flamengo di Rio de Janeiro, giocando sempre nel ruolo di centrocampista di riferimento, appunto come “Volante”.

La sua interpretazione del ruolo, a copertura dei centrali difensivi, ma anche in mezzo al campo fu talmente particolare che i brasiliani iniziarono a indicare quel ruolo col suo cognome. Un ruolo che come detto esalta tecnica, intelligenza e visione di gioco.

La nazionale argentina ha avuto splendidi giocatori in questo ruolo come Matias Almeyda e Fernando Gago ma “el flaco” Fernando Redondo ed “el cuchu” Esteban Cambiasso  sono stati tra i più forti in assoluto nel calcio argentino.

Redondo e Cambiasso  hanno portato alla squadra equilibrio e quantità ma soprattutto tanta deliziosa qualità che assicura armonia, ariosità, estro al gioco.

Leandro Paredes non è paragonabile minimamente ai sopra citati come nemmeno un grandissimo giocatore come Javier Alejandro Mascherano.

Mascherano era soprannominato “Jefecito”, ossia “il capo”, per la grinta che metteva in campo già da ragazzino facendolo apparire sin da subito come un giocatore esperto.

Javier Alejandro Mascherano è stato un volante fantastico in quanto a recupero palloni. Ottimo quantitativamente, meno sul piano della qualità.

Tanti ricordano che Diego Maradona, quando era commissario tecnico dell’Argentina, era solito affermare che la sua nazionale per lui era solo e sempre: ‘Mascherano+10′ , ossia Mascherano più dieci  giocatori a caso. Un modo per far intendere come si potesse fare a meno di tutti ma non del Jefecito ovvero del volante.

Il dilemma calcistico oggi in Argentina e’ proprio questo: il volante dopo Mascherano non ha avuto più la qualità alla quale si erano abituati i tifosi albicelesti con Redondo e Cambiasso.

La qualità espressa dalla squadra ne risente e non a caso tanti giornalisti e tifosi in Argentina sostengono che Mascherano abbia portato benefici immensi nella cancha, ma anche cambiato il ruolo con la sua garra con tanta corsa ma meno tecnica e qualità.

Un discorso che resta aperto anche dopo la nettissima vittoria con cui l’Argentina si è aggiudicata la finalissima 2022 di Wembley contro un Italia, campione di Europa, apparsa ancora un cantiere aperto.

Vivo a Firenze. Sono appassionato di calcio e di tutto ciò che ruota intorno al pallone,ben oltre la mera cronaca sportiva . Sono papà di due bambini. Gioco da sempre a calcio e ho un innata ammirazione per chi non si arrende al conformismo.

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