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Editoriale

Intervista a Raimundo Navarro, fondatore-editore di Genoani Foresti. “La mia fede genoana inizia a tre anni. Questa B non è la Champions e possiamo vincerla”

Ad oltre un anno dall’uscita di Genoani Foresti è tempo di bilanci per una sfida non facile che pare abbia avuto positivi riscontri nel panorama del giornalismo legato al mondo genoano e non solo. Abbiamo fatto il punto con l’editore e fondatore della testata Raimundo Navarro.

E’ soddisfatto da quanto espresso dal giornale in questo primo anno nella vorticosa realtà dei magazine on line sportivi?

Soddisfatto sì! Ho dato gambe allo sviluppo del giornale cercando di fidelizzare i lettori evitando quell’invasività carica di roboanti proclami e lanci.  Ci tengo a evidenziare che le testate siano poche rispetto alle numerosissime pagine social dedicate al Genoa, e trovo estremamente positivo che Genova (con un sorriso pieno di orgoglio) sia una città molto digitale rispetto ad altre realtà anche più grandi

Genoani Foresti non pare invasa dalla pubblicità? 

Non avere articoli invasi da una valanga di pubblicità è una precisa scelta.  I costi del giornale sono coperti da pochi sponsor ben visibili. Non siamo schiavi delle visualizzazioni ad ogni costo anche se, ovviamente, contiamo ad ampliare e, come detto, a fidelizzazione i nostri lettori. In un anno il nostro bacino di utenza si è notevolmente e costantemente ampliato.

Cosa caratterizza e differenzia Genoani Foresti?

Seguire il Genoa per noi non significa limitarsi a riprendere i comunicati della società, per quanto importanti. Ci stiamo impegnando per offrire più articoli e soprattutto contenuti. Insomma più qualità, opinioni che mera quantità ripetitiva.

Come detto non siamo stati aggressivi ma, seguendo i nostri parametri, ci siamo fatti conoscere e siamo particolarmente orgogliosi della consolidata partnership con Radio Sky lab di Varazze, una delle prime radio nate in Italia con cui collaboriamo in modo alquanto fattivo.

Tra gli sviluppi più qualificanti abbiamo attivato una collaborazione londinese con il giornalista Simone Filippetti, che ci ha già assicurato preziosi contributi sulla Nazionale e sulle qualificazioni ai prossimi Mondiali. Questo con un respiro che va ben oltre la mera cronaca e critica legata all’evento sportivo. Siamo inoltre orgogliosi di aver avviato una rubrica di calcio Argentino, sui suoi affascinanti protagonisti di ieri e di oggi. Genova e il Genoa vantano storici legami con l’Argentina. Una storia antica che parte dalla migrazione italiana dei primi del 900.

Quali iniziative in programma nell’immediato futuro?

In questa nuova stagione cercheremo di offrire molto di più ai nostri lettori, oltre alle partite e agli eventi del Genoa calcio, che restano un fattore centrale che già seguiamo direttamente con nostri inviati e che porteremo avanti con maggior forza.  Insomma siamo impegnati per offrire più articoli e soprattutto analisi e approfondimenti.

Raimundo Navarro ci racconti qualcosa di lei e di come è nata la sua grande fede rossoblù.

Sono nato a Genova oramai più di mezzo secolo fa e il rossoblù lo avevo già addosso a soli tre anni. Una cosa che porti dentro e che non potrai mai tradire. Un sentimento che lo ammetto va oltre ogni razionalità.  Nel corso degli anni ho seguito con costanza le vicissitudini della squadra a Genova in età adolescenziale e anche quando, per lavoro, ho lasciato la città.

Come nasce questo suo rapporto con il giornalismo e l’editoria?

Mi sono avvicinato a queste realtà in quanto ” discepolo ” di Adriano Caorsi, che ha lanciato tantissimi nel mondo del giornalismo e al quale sarò sempre grato

 E’ difficile essere tifosi passionali e contemporaneamente porsi come soggetti critici?

No!  Non è una incongruenza ma occorre analizzare la questione partendo dalle basi.  Da parte di molti vi è  l’abitudine a cercare il pelo nell’uovo per accendere la  polemica ad ogni costo. Un approccio che ritengo sbagliato.   Oggi c’è una nuova proprietà che sta impostando un lavoro ed una organizzazione in un modo che in Italia è sconosciuto.  Certo criticare è legittimo ma ci si dovrebbe davvero informare su ciò che non si conosce prima di lanciare anatemi.  Esiste un progetto e solo il tempo ci dirà se sarà vincente o meno. Sicuramente bisogna avere pazienza. Capisco anche che senza polemica i giornali non si vendano, ma così si fa cattiva informazione.

Mi sembra che la sua fiducia nel progetto 777 Partners parta anche da come la nuova proprietà sia stata capace, a dispetto di una certa rigidità e pomposità iniziale, di riorientare ed adeguare il progetto (e non si parla di trovare un buon difensore in più..) per fronteggiare un contesto molto particolare come quello della serie B.

 La rivoluzione di intenti è già avvenuta al momento del passaggio di proprietà durante lo scorso campionato. In questa ” lunga estate calda ” la nuova proprietà ha solo continuato nel processo stabilito   con significativi sviluppi che sembrano andare nella direzione giusta.

Il giornale vanta una consolidata collaborazione con Radio Skylab di Varazze, in particolare con un programma del giovedì molto seguito, in cui si confrontano autorevoli voci del giornalismo sportivo con un respiro che va oltre il mondo rossoblù. 

La collaborazione con RadioSkylab è risultata utile per farci conoscere da una platea più ampia.  Ora l’idea è  sviluppare i contenuti in modo strutturale. Una volontà che è argomento di discussione con il proprietario, Angelo Arecco, storico fondatore della radio e mente pensante dell’emittente e dei suoi successi. Dopo tutto la testata non può limitarsi a parlare di Genoa e deve fornire anche altre informazioni, riguardanti  avversari, regolamenti, statistiche in un contesto ben più ampio. Non dimentichiamo che il calcio rappresenta uno dei fenomeni sociali ed economici più importanti a livello mondiale.  Un fatto che non si può certo ridurre alle polemiche su calcio d’angolo e un’ammonizione.

Dopo le tante sofferenze è ottimista sul Genoa che punta legittimamente ad un pronto ritorno in A e cosa pensa della rivoluzione che ha smosso tutto l’ambiente dopo la retrocessione. Insomma anche gli “amerikani” hanno dovuto fare i conti con il sano pragmatismo, dopo i proclami che hanno accompagnato l’arrivo di una star come Sheva?

Non so chi abbia sbagliato nella scelta dell’allenatore, sicuramente Il fallimento non è solo di Sheva e le responsabilità a livello tecnico gravano maggiormente su Tassotti in quanto conoscitore del calcio Italiano. Sono stato abituato a vivere senza i se e i ma.  Della passata stagione bisogna solo evitare di commettere gli stessi errori. Ormai è passato, e questo continuare a rimarcare e polemizzare sugli errori della precedente presidenza, non serve a nessuno.

Cosa pensa di Zangrillo. Presidente, cuore genoano, molto vicino alla squadra senza mai sovrapporsi ai ruoli espressione della proprietà e della guida tecnica.

Zangrillo rappresenta il tifoso che incarna e incamera tutte le emozioni, associandole alle responsabilità di essere Presidente della squadra più antica d’Italia. Questo connubio è positivo!

Un presidente che, oltre a infondere fiducia ed entusiasmo, si è sempre dimostrato pragmatico nei suoi interventi. Un elemento davvero importante per “ragionare a lungo termine” in una realtà in cui è facile esaltarsi. Insomma un approccio in piena sintonia con la svolta della nuova proprietà.

 E’ ottimista e quali prospettive vede all’orizzonte per il suo Genoa?

Sono fiducioso perché il lavoro paga sempre e per questo mi aspetto una pronta risalita in A. Dopo la delusione, il tifoso Genoano, riprende con ancor più vigore la sua passione verso la squadra. E’ sempre  stato così e così sempre sarà. L’ attuale serie B, quella che inizierà il 13 di agosto, non è una Champions, per cui evitiamo di creare degli alibi, bisogna vincerla! I mezzi ci sono!

Ha qualcos’altro da aggiungere?

Si. Vorrei fare un ringraziamento a Lei dottor D’Angelo, direttore di genoaniforesti.com, e mi faccia ricordare i nostri preziosi collaboratori. Una squadra affiatata che ha subito creduto in questa sfida.

Valentina Jannacone da Genova

Simone Filippetti da Londra

Marco Motta da Torino

Paolo Magliani da La Spezia

Flavio Ciasca da Firenze

e il responsabile software Cristian Giuliana da Verona.

Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2010 nella redazione di Nuova Società. Interessi estesi dal sociale, alla divulgazione scientifica, con attenzione alla futurologia e al mondo del mistero con grande criticità.

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