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calcio e libri

le imprevedibili traiettorie della vita, Storie di calcio.

Il calcio da sempre è la più grande fabbrica di storie che esista.

La premessa del libro è che chi commenta il calcio con le banalità del tipo “son solo 22 umani in mutande che corrono” fa da sempre un grandissimo errore di cinismo e superficialità.

Le storie di calcio che ci racconta Duccio Fontani rendono ancora più chiaro che il calcio è una metafora di vita e che le storie su di esso sono infinite.

Duccio è fiorentino ha 30 anni ed è al suo primo libro.

E’ cresciuto in una famiglia che tramanda di generazione in generazione la passione per il calcio ed è laureato in Filosofia.

Lo scrittore è anche il creatore e curatore dell pagina Instagram “I poeti del Fútbol” una pagina di calcio sudamericano seguitissima dove vengono raccontati inediti sul calcio dell’ America del Sud.

Da sempre lettore incallito di scrittori mitici sudamericani quali Osvaldo Soriano e Jorge Luis Borges, Duccio, ha elaborato un libro con storie di vita varie.

Sono racconti tra il vero ed il fantastico ed il libro s’intitola “le imprevedibili traiettorie della vita“.

Il libro è edito dalla Caosfera ed è uscito il sedici febbraio pochi giorni fa.

Sono una serie di racconti dove trasuda l’ umanità dei personaggi spesso poveracci e disgraziati che per una volta hanno l ‘occasione della vita per risalire la china e prendersi una rivincita sulla loro realtà spesso nefasta.

Il libro nasce da un post scritto proprio dal Fontani che piacque molto a Jacopo Dalla Palma direttore della collana sportiva di Caosfera edizioni e da li’ nacque la proposta di scrivere un libro sulle sue storie.

Le storie son romanzate ma anche fantasticate.

La redenzione la fa da padrone come nel racconto del calciatore indiano Mohammed Salim che, poverissimo, acquisisce la notorietà grazie alle sue doti balistiche ma lascia tutto pur di tornare in patria.

Parla di redenzione anche la storia di Davies ,un ultras del West Ham che, abituato a sfogarsi insultando i giocatori allo stadio, passa, dal pubblico al campo, sotto il nome del bulgaro Tittishev e arriva, addirittura , a segnare un goal con i suoi amatissimi hammers.

E’ un libro completo ci si muove su tutti i fronti non c e’ solo la storia di Salim e di Tittishev ma anche quella di un portiere strambo, un racconto su Ronaldo il fenomeno ed uno sulle maledizioni.

Nel periodo in cui il libro è stato scritto Duccio era molto preso dalle letture di Jorge Luis Borges e questo si evince nei suoi racconti.

Lo scrittore argentino scrive notoriamente in un modo surreale e questo piacque molto al Fontani che ne prese ispirazione.

Sono tutte storie personali ed i personaggi sono alcuni reali ed altri no.

In tutti i racconti, vi è sempre un appiglio con la realtà e, non manca mai il regalare dignità anche ai più sventurati tipica dello scrittore argentino Osvaldo Soriano altra fonte d’ispirazione del trentenne scrittore fiorentino.

Son racconti contorti per riflettere sulla vita tipici di Borges che tra l altro, ricordiamo, era un accanito contestatore del gioco del calcio.

E’ un libro di anni ed anni di riflessioni e pensieri elaborati che vengono espressi.

L’ idea del calcio nei racconti è quella di unire pensieri e muscoli.

Un messaggio del libro è che si utilizza il calcio come dispositivo per parlare della vita, dell’ infanzia, del tempo, dei ricordi, oltre ad una ricerca nel dare più umanità e risalto agli anti eroi.

Il calcio dunque diventa qualcosa di più umano e dignitoso.

Nella vita, ci sono sempre delle imprevedibili traiettorie e bisogna trovare il modo di rialzarsi e continuare ad andare avanti.

Duccio Fontani in queste storie ci fa pensare ed è riuscito, in perfetto stile sudamericano, ad intrecciare il calcio con la vita.

Le imprevedibili traiettorie della vita è un libro che merita d’ essere letto e fa bene a chi ama il calcio nella sua essenza più sana.

 

Vivo a Firenze. Sono appassionato di calcio e di tutto ciò che ruota intorno al pallone,ben oltre la mera cronaca sportiva . Sono papà di due bambini. Gioco da sempre a calcio e ho un innata ammirazione per chi non si arrende al conformismo.

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