In questo momento in cui la lotta salvezza entra più che mai nel vivo, con il Genoa che ha perso troppo terreno e si ritrova anch’esso a rischio salvo una vittoria a Bologna che chiuda i giochi, il Benevento sembrerebbe la candidata numero 1 alla retrocessione. Ma in Liguria, un’altra squadra si ritrova a dover fare i conti con la classifica. Parliamo dello Spezia, reduce da una prodigiosa cavalcata dalla B alla A, sotto la guida di uno degli allenatori più desiderati: Italiano. Bel gioco, nomi semisconosciuti, lo Spezia ha saputo far divertire e far rimpiangere ai tifosi del Genoa il diniego dell’ultimo secondo all’offerta del Presidente…
Incontriamo così Paolo Magliani, esperto e tifosi dei BiancoNeri e giornalista per il Secolo XIX proprio per le vicende della società ligure…
Parlando con diversi giornalisti, la lotta salvezza sembrerebbe tutti la vivano come un testa a testa tra Spezia e Benevento, nonostante il bel gioco e complice anche l’inesperienza. Credi sia inevitabile o ritieni queste 4 giornate possano coinvolgere anche chi sia a pochi punti: dal Cagliari, in ripresa, ma sotto di 2 punti, al Torino, che conta una partita in meno, ma con la Lazio, passando per Firenze e Genova, rispettivamente a 1 e 2 punti.
Spezia e Benevento sono giustamente le più coinvolte per la lotta salvezza: sono due neopromosse ed è logico che si trovino in un testa a testa finale per non retrocedere. Hanno svolto una stagione in linea con le aspettative societarie e dei tifosi, ma c’è una differenza sostanziale: i campani stravinsero l’anno scorso con largo anticipo il campionato di B e quindi ebbero tutto il tempo per programmare una squadra adeguata alla categoria superiore. Inoltre il Benevento era già stato in A nel 2016/17 (conclusa con un’immediata e traumatica retrocessione all’ultimo posto dalla prima all’ultima giornata) quindi aveva già avuto il battesimo del fuoco con i massimi livelli. Lo Spezia si è invece trovato catapultato nella massima serie a nemmeno un mese dall’inizio del nuovo campionato e per la prima volta assoluta, trovandosi la rosa del campionato cadetto sommata a quella nuova, allestita in fretta e furia dal neo direttore sportivo Meluso, anche lui appena ingaggiato dopo il divorzio improvviso con Angelozzi il giorno dopo la storica promozione.
Premesso questo, la lotta salvezza coinvolge tutte le squadre dal Genoa in giù, che non può sentirsi ancora del tutto tranquillo. Cagliari e Torino sono le più attrezzate e, in questo momento, anche le più in forma del gruppo: se continuano così si salveranno in anticipo. Il posto “caldo” rimanente è uno solo e per ora è occupato dal Benevento. Il Toro arriverà al Picco tra una settimana in uno scontro decisivo. Il Cagliari, invece, va a domani a Benevento. Ritengo questa la gara fondamentale: se Inzaghi vince si riapre tutto e trascina nei guai anche la Fiorentina. In caso contrario sarà quasi fatta per lo Spezia.
Salvezza o retrocessione, la nuova società ha già posto una base per il futuro? Il famoso programma cui tutti i tifosi aspirano.
Non è in realtà ancora molto chiaro quello che la nuova proprietà statunitense ha in mente di fare per la prossima stagione. Di sicuro sta alla finestra aspettando di capire se la squadra giocherà in A o in B. Molto dipenderà dal futuro di mister Italiano e dalle offerte che inevitabilmente gli arriveranno (e che gli sono già arrivate) da più parti. Ma anche l’allenatore è appeso al risultato finale: se concluderà la stagione con una salvezza avrà completato il capolavoro e il suo prestigio personale crescerà a dismisura, mentre la retrocessione macchierebbe un po’ il suo curriculum. Diciamo che in questo momento restiamo tutti come “coloro che son sospesi”!
Con Italiano ambito da diverse società, chi potrebbe essere il futuro mister dei BiancoNeri? Ovviamente, considerando le diverse opzioni di categoria.
Personalmente ritengo Davide Nicola un uomo perfetto per lo Spezia. Rispetto a Italiano ci sono ovvie differenze tecniche ma anche Nicola è un grande lottatore che vive la partita come se fosse in campo, una caratteristica essenziale per una squadra che si deve salvare (o essere promossa). Nicola trasmette grande grinta e compattezza ai giocatori ed è molto empatico con la sua squadra, essendo anche lui ancora piuttosto giovane (47 anni contro i 43 dell’allenatore spezzino). Si è visto con l’ottimo lavoro che sta facendo a Torino, a cui si aggiunge l’incredibile salvezza ottenuta a Crotone qualche anno fa, senza dimenticare quella del Genoa dello scorso anno (Preziosi non gli fu minimamente riconoscente….).
Aggiungo che Nicola è stato un giocatore aquilotto nella indimenticabile stagione della serie B 2006/07 e a Spezia lo ricordiamo tutti con grande piacere. A mio avviso è un profilo ideale anche nella malaugurata ipotesi lo Spezia dovesse giocare in B. Naturalmente è solo una mia idea, le opzioni sul tavolo sono infinite e non proprio prevedibili….
A Radio Skylab hai già avuto modo di sottolineare alcuni talenti presenti in rosa: potresti condividerne anche con i nostri lettori nomi e caratteristiche che su di loro di fanno puntare? In caso di salvezza, la nuova proprietà investirà su questi nomi o li utilizzerà per rinforzare e ricostruire la rosa?
I talenti che mister italiano ha valorizzato in questa stagione sono molti, alla radio mi sono soffermato in particolare su due ragazzi spezzini doc, Simone Bastoni e Giulio Maggiore, ma anche sul regista Matteo Ricci. Bastoni, classe ’96, è cresciuto nel piccolo paese di Follo, dove lo Spezia ha il campo di allenamento. Chi avrebbe immaginato che in pochi anni si sarebbe ritrovato a giocare in serie A con la sua maglia del cuore e addirittura segnare al “Picco” un bellissimo gol al Milan di Donnarumma e Ibrahimovic (tra l’altro in quel momento primi in classifica)?
E’ quello che ha fatto l’evoluzione più rapida rispetto allo scorso anno, dove aveva addirittura un altro ruolo, quello di mediano, per giunta di riserva. Infatti il paradosso è che ieri in serie B giocava molto meno che oggi in serie A. Il mister lo ha reinventato terzino sinistro, vista la notevole capacità di calcio e la falcata importante, merci rare in quella zona del campo. Fin qui ha realizzato un gol (decisivo) e tre assist, non male per un esordiente tra i grandi. Ma in fase di copertura deve ancora imparare tanto (e infatti l’allenatore lo ha qualche volta tenuto in fresco in panchina dopo qualche erroraccio di troppo, vedasi quello dell’Olimpico contro la Lazio).
Giulio Maggiore, nato nel 1998, non è invece una sorpresa. E’ stato l’anno scorso un elemento fondamentale nella bellissima cavalcata verso il paradiso della A (indimenticabile il suo gol al Chievo al Picco nel ritorno della semifinale playoff). Titolare indiscusso l’anno scorso e quest’anno, tanto da guadagnarsi il posto nella nazionale Under 21 di Nicolato, dove anche qui ha realizzato agli Europei di categoria un gol importante contro la Slovenia, è un centrocampista completo, abilissimo sia in fase difensiva che nelle incursioni nell’area avversaria, occupando il lato destro del centrocampo a tre di mister Italiano. Deve forse ancora irrobustirsi fisicamente, ma è sicuramente nel mirino di alcune grandi. Infatti credo sia pronto già per la nazionale…Maggiore.
Quello che è riuscito a conquistare Matteo Ricci, il cervello del centrocampo, altro talento che Italiano ha valorizzato in queste due stagioni tanto da raggiungere la rosa azzurra di Mancini, primo giocatore nella storia dello Spezia ad avercela fatta (anche se solo per tre tribune). Gioca nella posizione centrale del campo, ed è quello che coordina ogni manovra della squadra con il suo tocco di palla sempre pulito e la visione di gioco a 360 gradi. Ricci è un altro fiore all’occhiello per il mister e per tutta la società aquilotta ma ce ne sono anche altri che si sono messi in evidenza quest’anno.
Ritengo che in caso di salvezza si debba ripartire da questi tre elementi, ma non sarà facile resistere alle offerte che pioveranno da squadre più blasonate dello Spezia. Tutto sta a vedere cosa la famiglia Platek vorrà fare del suo nuovo “giocattolino”. Il “terrore” della città è proprio questo: che gli americano non mettano passione, la stessa che la grande tifoseria spezzina ha fatto sentire anche in questo anno di assenza dagli spalti ma di grande presenza emotiva al fianco della squadra. Ancora poche settimane e cominceremo a giudicare il nuovo corso made in U.S.A. Sperando di rimanere in Paradiso.
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Paolo Magliani è Giornalista presso Italiana Editrice S.p.a – Il Secolo XIX