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calcio e libri

Presentato il libro di Aldo Serena: “I miei colpi di testa”.

Sabato 29 aprile, presso l’ Auditorium della Parrocchia G.M.G. , Andrea Mazza ha presentato il libro di Aldo Serena intitolato: “I miei colpi di testa”.

Andrea Mazza è stato un compagno di squadra delle giovanili dell’Inter del centravanti di Montebelluna.

Oltre ad un folto pubblico erano presenti giornalisti ex giocatori ed artisti.

Tra i giornalisti Thomas Villa, tra gli artisti il fumettista Franco Bochicchio e tra gli ex giocatori Carlo Muraro, Nazzareno Canuti e Leonardo Occhipinti per citarne qualcuno.

La discussione sul libro di Aldo si è trasformata in una chiacchierata tra amici veri che mettono il cuore davanti a tutto e si sentono di esprimere anche  i propri lati deboli seppur essendo stati dei noti professionisti.

La prima parte del libro inizia con l’episodio del rigore sbagliato nella semifinale del mondiale in Italia del 1990.

La seconda parte riguarda il  percorso di Aldo Serena come commentatore sportivo sulle reti Mediaset, per poi ritornare  a Montebelluna, il borgo da dove partì la sua folgorante carriera calcistica.

Il libro di Serena inizia con il panico per quell’errore dal dischetto nella lotteria dei rigori dei mondiali Italia 1990.

Un dramma sportivo che il campione veneto si porterà dietro per molto tempo per le sensazioni provate in quell’istante, ma anche prima e soprattutto dopo.

Basta pensare che il centravanti in quel mondiale portò la nostra nazionale alle semifinali di Napoli con un suo goal contro l Uruguay nei quarti, ma pochi lo ricordano. Tutto è passato in secondo piano dopo quell’errore dal dischetto contro l’ Argentina di Diego Maradona.

Il campione, parte da quell’episodio, per evidenziare le difficoltà che la vita propone anche a chi svolge un’ attività privilegiata come quella del calciatore.

E’ un libro che ripercorre la vita calcistica di Aldo Serena e non solo, con alcuni aneddoti veramente interessanti.

L’ex calciatore ha raccontato dell importanza che ha avuto l’arte dell ascolto nel suo percorso professionale.

In due partite si è trovato a confrontarsi con mostri sacri del calibro di Zico e Falcao.

Da avversari gli hanno voluto dare dei consigli e lui ascoltandoli ha ricevuto delle vere lezioni di vita.

Da Zico, ascoltandolo durante un incrocio a centrocampo in un Toro Udinese, imparò a non dire nulla contro i compagni di squadra.

Dal romanista Falcao, ascoltando i suoi consigli a fine partita, dopo un Roma-Inter imparò a come muoversi meglio in area di rigore.

Nell’ occasione Carlo Muraro, grande numero 11 e campione dell Inter, ha sottolineato la determinazione e dedizione di Aldo.

Doti  ben visibili dalla prima volta che lo incontrò.

Leonardo Occhipinti ha sottolineato, al di la’ delle capacità del calciatore, la fraterna amicizia sviluppata nel crescere insieme nella primavera nerazzurra, di cui proprio Occhipinti era capitano.

Il giocatore, rispondendo alle domande del pubblico, ha spaziato dal ricordo della notte di Bari, quando l’inter spazzò via gli olandesi del Groningen per 5 a 1 in una memorabile partita dove Aldo segnò due goal decisivi , fino a parlare dell’imminente derby di Champions tra le due milanesi.

Alla domanda su un giocatore che ha amato maggiormente tra tutti quelli con cui  ha giocato, Serena non ha avuto dubbi citando Gaetano Scirea.

Capitano umile, generoso e silenzioso, ma sempre presente che se n’ è andato troppo presto.

Sul giocatore più forte Aldo ha fatto il nome di Michel Platini e Lothar Matthaus.

L avversario che temeva maggiormente? Diego Armando Maradona.

Gli allenatori a cui è più legato? Gigi Radice e Giovanni Trapattoni.

Il ricordo più bello? Le olimpiadi di Los Angeles 1984 con la nazionale .

Aldo Serena ha vinto scudetti , una coppa intercontinentale, una coppa Uefa ed un titolo di capocannoniere di serie A. Ha giocato nelle quattro squadre di Torino e Milano e in tutti i derby con le quattro maglie.

Questa cosa gli ha creato non pochi problemi con le varie tifoserie ma lui ha dichiarato :”Ho scelto sempre di divertirmi e godermi il momento per cui ho esultato sempre con tutte le maglie con le quali ho giocato e segnato”

Poi ha raccontato di aneddoti come quello del tassista interista che, per fargli scontare d’ avere segnato per il Milan in un derby Milan-Inter, lo lasciò in mezzo alla strada facendolo scendere dal taxi.

 

Il calcio è sempre uno sport ed un gioco. Un percorso che uno compie e va fatto con sano divertimento.

Il vissuto che ci si porta dietro fin da piccoli è sempre fondamentale.

E’ stato un tornare ad un un calcio, forse passato di moda, ma molto più vero ed umano.

Il ricavato delle vendite del libro sarà devoluto in beneficenza all’Istituto tumori di Milano.

Un gesto che vale più di tante belle parole.

Vivo a Firenze. Sono appassionato di calcio e di tutto ciò che ruota intorno al pallone,ben oltre la mera cronaca sportiva . Sono papà di due bambini. Gioco da sempre a calcio e ho un innata ammirazione per chi non si arrende al conformismo.

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