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Genoa

Spezia- Genoa, derby dentro fuori – di Paolo Magliani.

Separate da un punto, le due storiche rivali si fronteggiano per la prima volta in A davanti ai propri tifosi dopo essersi affrontate nelle categorie minori. Motta e Ballardini si giocano la partita e la panchina.


Sarà un derby di fuoco quello che si vedrà al “Picco” martedì sera alle 18.30 nell’anticipo della decima giornata di serie A. Spezia e Genoa si affronteranno con simili stati d’animo e di classifica, dovuti alle sconfitte patite da entrambe contro Samp e Toro nella nottataccia di venerdì scorso.

Agli aquilotti non è bastata una discreta (ma sterile) prestazione al “Ferraris” contro gli altri cugini blucerchiati per evitare un nuovo rovescio, seppur di misura. I punti restano 7 in nove gare e il ritardo dallo Spezia dello scorso anno, giunto 15° al termine del suo primo campionato di seria A, è di ben 3 lunghezze. Ogni stagione ha però la sua storia e non bisogna fare troppi confronti con il passato, altrimenti ci si commuove.

A Genova si è visto uno Spezia ben disposto in campo, che ha manovrato di più e meglio degli avversari, ma che ha perso (meritatamente) a causa dei due più grandi difetti possibili per una squadra di calcio: la scarsa incisività in attacco e l’alta fragilità nelle retrovie.
Un mix piuttosto letale, visto che di solito si vince segnando e non facendo segnare gli altri.

Il buon gioco serve a poco, senza concretezza e oculatezza. Infatti alla prima palla piovuta nell’area di Provedel, dopo un quarto d’ora di marca spezzina, è arrivato l’1-0 Samp, complice una maldestra spizzata di Gyasi per il più classico degli autogol. Gli uomini di D’Aversa si sono difesi con attenzione, gestendo le galoppate di Bastoni sul proprio fianco destro e di Strelec su quello sinistro, per poi ripartire con chirurgica precisione appena ne hanno avuto modo. Altri venti minuti e il 2-0 di Candreva su assist di Gabbiadini ha tagliato le gambe a una difesa bianconera ancora scoperta e mal piazzata. La partita, di fatto, è finita lì.

Nella ripresa il medesimo refrain: manovra nelle mani (anzi, nei piedi) di Kovalenko e Maggiore a centrocampo e Samp che ha lasciato fare fino a limite della propria area, dove il muro eretto da Colley e compagni non ha quasi mai concesso spiragli per conclusioni serie. Anzi, sono stati i
blucerchiati ad andare vicinissimi al 3-0 con Bereszynski, stoppato dalla traversa al termine di un brillante contropiede a tre tocchi.

Troppo tardi mister Motta ha tentato dei correttivi, togliendo l’evanescente e quasi trasparente Antiste per il più sostanzioso N’Zola e inserendo il volitivo Verde al posto dell’altro “fantasmino” Salcedo. Non a caso nel finale la squadra si è avvicinata di più alla porta di Audero, riuscendo all’ultimo secondo di recupero a trovare un’altra (inutile) perla di Verde, che ha scaraventato con rabbia sotto l’incrocio dei pali un pallone impossibile.

Lo Spezia si è trovato rimaneggiatissimo, come sempre è accaduto quest’anno. Inoltre, dato statistico importante, è stata la squadra più giovane a scendere in campo fin qui in serie A con poco più di 23 anni di età media. Peccato che per salvarsi occorrano chili ed esperienza, tutte caratteristiche che sembrano mancare.

Ma se Sparta spezzina piange, Atene genoana ha ben poco da sorridere. Il Genoa è stato
surclassato all’Olimpico di Torino dagli uomini dell’ex Juric, in un risultato che appare più bugiardo di quanto non si sia visto in realtà in campo. Il 3-2 granata ha portato alla luce gli scompensi difensivi dei rossoblu che solo con grande orgoglio sono riusciti a rimanere a galla, prima con il solito Destro e poi con Caicedo, al suo primo gol con la nuova maglia.

Il Genoa ha 6 punti, una tacca sotto lo Spezia. La sfida del “Picco” sembra proprio una gara da
dentro-fuori. Ballardini proverà a cercare quella riscossa che trovò proprio a Spezia quasi un anno fa, al suo ennesimo debutto sulla panchina del grifone, quando fu richiamato controvoglia a dicembre dall’ex patron Preziosi. Il Genoa vinse 2-1 e cominciò la sua cavalcata verso la salvezza. Molte cose sono cambiate da allora, a cominciare dalle proprietà delle due società, passate in mani straniere dopo le lunghe e discusse gestioni precedenti.

Tornerà un derby “vero” per le due tifoserie rivali, attese nel piccolo catino spezzino dopo il vuoto forzato della stagione scorsa. E con loro torneranno alla mente gli epici scontri tenuti nei tornei di serie C e B degli ultimi quindici anni, quando in palio c’erano promozioni e salvezze in annate calcisticamente più dure, ma forse ricordate da ambo le parti con una certa punta di nostalgia.

Paolo Magliani

Nella foto ; monumento a Garibaldi sito a La Spezia.

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