Così nei primi del 600 affermava Iacopo Badoer. E non posso dargli torto. Negli ultimi anni la comunicazione del Genoa è passata sotto la “lente” dei tifosi che dapprima si lamentavano per le eccessive fughe notizie, per i continui chiacchiericci “giunti da Villa Rostan” additando in primis chi di quello si occupa della comunicazione; poi per il “non parlare adeguatamente”, soprattutto riferendosi ad infortuni e situazioni di campo; infine per elogi alla nuova direzione presa con l’avvento della 777 Partners.
Oggi, nuovamente, il silenzio inquieta gli animi feriti dei genoani che devono arrampicarsi sugli specchi, parlare per sentito dire e trarre conclusioni in base ai pochi che paiono informati, anche quando questi non siano poi nemmeno molto apprezzati.
Ecco, andrò contro corrente, ma ritengo che – posti gli evidenti errori commessi e di cui a breve tratterò – il “silenzio è d’oro”, oggi. Penso a Labadia, cosa avrebbero potuto dire? Si è scritto un po’ di tutto: dal no dovuto al numero di persone dello staff, a quello più plausibile post Fiorentina – Genoa. Nel primo caso, pare evidente o quantomeno logica l’infondatezza dell’affermazione: quando Spors ha parlato e definito l’accordo, non è pensabile immaginasse Labadia sarebbe stato solo; nel secondo, verrebbe da dire che in effetti, qualche ragione l’avrebbe avuta. Ed allora come uscire con un comunicato? Il difetto, e questa è la prima critica cui mi riferivo, sta nell’aver dato per scontata la validità di un sì senza firma. Certo, il tecnico, successivamente la performance di lunedì, avrebbe comunque potuto rifiutare e rescindere, ma a quel punto ci sarebbe stato lo spazio per una nota ufficiale, forti del “pezzo di carta”. Ora? Ammettere l’ingenuità, il fatto che forse, prima di dare il benservito a Sheva, si dovesse aver certezza? Un’evidenza che non fa bene a nessuno. E’ tempo di lavorare in silenzio e risolvere.
Risalire la china è difficile. E qui sta un’altra osservazione negativa: le prossime 4 partite sarebbero quelle su cui puntare per dare speranza. Non certo quella con la Roma, ma Udinese, Salernitana e Venezia potrebbero portare punti importanti considerato anche 2 su 3 le si giocheranno al Ferraris. Konko oggi ha diretto l’allenamento. Non è certo colpa sua se a Firenze non vi sia stata partita, seppur nelle evidenti carenze di modulo, tattica e impostazione. Sabato sarà nuovamente lui a condurre in campo una squadra devastata nell’animo e flagellata da infortuni ed assenze. Anche perché Davide Nicola è stato scartato e quindi i tempi non consentono alternativa, mentre Gattuso è una chimera legata più ai tifosi che alla realtà. L’anno scorso lo sentimmo e disse chiaramente di volere una squadra di medio alta classifica, che punti e possibilmente vada in Europa. Certo, il contatto c’è stato, ma parliamo di un pre- Sheva e su mediazione di Preziosi.
Ma perché far ricadere la scelta sull’ex centrocampista? Notoriamente, Chiappino non vuole allenare che giovani. In pratica, però, gli si sarebbero dovute consegnare le chiavi di scorta, in attesa del nuovo (straniero) scelto da Spors. Sembra dunque strano che Luca, Genoano e da anni facente parte dello staff, possa realmente aver declinato senza peraltro incorrere in conseguenze. Più plausibile non glielo abbiano nemmeno chiesto. Perché? Qui mi lascio cogliere dalle tentazioni di suggestione tipica di chi, prima che scrivere per una testata, resta tifoso: probabilmente perché facente parte della società negli anni Preziosi (tornò dopo l’esperienza di Salerno nel 2014). Konko è giunto da poco, più “puro”. E’ altresì vero che, proprio l’esperienza pluriennale dell’allenatore della Primavera, avrebbe giovato e “rimesso in riga” anche i giocatori che invece hanno ora a che fare con un giovane talentuoso, ma pur sempre nuovo. Facile pensare a Pirlo, al suo salto, ma anche il contesto ha un proprio peso non indifferente. Qui parliamo di salvezza, di ragazzi che vanno animati, caricati, recuperati mentalmente, condotti con veemenza e durezza in campo.
A seguire, le indiscrezioni sul prossimo nome. Come anticipato poche righe sopra, lo sguardo del DG volge nuovamente all’estero. Ed ecco un altro punto che vorrei toccare: giusto la nuova società voglia decidere, prendere le redini, gestire come meglio creda anche in base ad un progetto paventato e ora apparentemente lontano. Vero che anche se si andasse in serie B tale processo di rinnovamento avrebbe luogo. Ma altrettanto giusto sarebbe ascoltare qualche consiglio da “vecchia volpe” e mestierante (sì, mi riferisco a Preziosi, ma non solo). Comunque, l’esperienza insegna e magari, dopo questo primo ambientamento, qualcosa cambierà nell’approccio
Non ci resta che aspettare, poco visto essere la 23° giornata e il mercato finire nel mese di Gennaio. Nuovi giocatori in dirittura di arrivo come Miranchuk e Piccoli sono ottimi colpi che vanno a cementare quelli non da “usato sicuro” del campionato come sono Ostigard e Hefti in particolare. Sempre la situazione non crei nuovi ripensamenti. Attendiamo un centrocampista importante: Amiri, bel profilo, non può tardare ancora, piuttosto si guardi altrove. Sicuramente la scelta sul futuro mister condizionerà eventuali nuovi acquisti… sempre si decida quel nome velocemente.
Ma intanto c’è da giocare e qualche anziano “nel cassetto” potrebbe essere un primo importante tassello per una lotta all’ultimo sangue che non ammette tentennamenti e timori. Un esempio? Lunedì avrei giocato la carta Masiello, visto la pesantissima assenza di Vasquez. A volte ritornano, anche se non lo vorremmo, perché sogneremmo nuovi elementi giovani e forti, ma la saggezza non è mai da scartare quando i problemi si facciano enormi…