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Il fatto del mese, a cura del direttore

Zangrillo guarirà il cuore malato del Genoa?

“Non avevo mai pensato di poter diventare presidente della mia squadra del cuore” è quanto Alberto Zangrillo, neo presidente, tifoso da sempre del Genoa, ci comunica a margine della conferenza di presentazione a Palazzo Ducale.

 

Al noto docente universitario, primario del San Raffaele di Milano, preme sgombrare subito il campo da eventuali  suggerimenti o influssi collegabili a Silvio Berlusconi, sulla sua scelta o meglio “nuova esperienza”, come ama definire il nuovo incarico a capo del Genoa:   “Non ho sentito il bisogno, non per presunzione, di cercare consigli né dal passato presidente, né dall’ex presidente del consiglio”.

Sono comunque diversi gli osservatori a ipotizzare una sorta di asse tra il diavolo rossonero e il grifone rossoblù.

Con pragmatismo Zangrillo si è definito figura di collegamento funzionale al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi portati avanti dalla nuova proprietà: “Per il bene del Genoa, devo rispondere alle grandi ambizioni di 777 Partners, ovvero non trascurare mai il mandato e fare da collegamento tra persone che non hanno conosciuto direttamente la realtà genovese e che hanno bisogno di interpreti   loro obiettivo estremamente ambizioso. Un progetto importante su cui dobbiamo lavorare”.

Zangrillo più volte ha ribadito il suo credere fermamente nel   progetto che, oltre a rilanciare la squadra, punta ad apportare significativi ritorni sul territorio dando corso ad un volano positivo in chiave internazionale.

Un cambiamento che si profetizza potrebbe riportare ai fasti di quella che un tempo veniva chiamata “la superba”.

Un nuovo indirizzo che, senza mezzi termini, il Co-fondatore  di 777 Partners Josh Wander ha definito una vera rivoluzione del club in un contesto che è maturo per far ripartire la sua economia.

Wander ha anche ricordato come in questo programma rientri pienamente la scelta di Zangrillo in quanto “persona di altissima professionalità, serietà, moralità, concretezza, che ama il Genoa e che non si risparmia nell’impegno” – e ha precisato – : “la sua grande esperienza, può fornire un supporto anche sul piano commerciale ed imprenditoriale per raggiungere gli obiettivi di un  progetto che apre a potenzialità straordinarie”.

Potenzialità che non nascondono diverse criticità che, per essere superate, hanno bisogno del supporto della cittadinanza e di un costruttivo confronto con chi guida politicamente la città.

Tornando sul suo ruolo da presidente lo stesso Zangrillo chiarisce di non voler essere certo colui che deciderà o imporrà l’acquisto di un centroavanti, ma certamente di poter fornire dei pareri: “Anche se auspicassi l’arrivo di Ronaldo non farei certo il bene del Genoa”.  Questo ribadendo come il pathos del tifoso, di un innamorato che ha nel cuore quello spettacolo meraviglioso rappresentato dalla gradinata nord, non consenta quella razionalità fondamentale per sviluppare un serio progetto calcistico.

Non a caso viene ricordato quel Fabrizio De André che, per troppo amore, non riuscì mai a dedicare una canzone, una rima per il suo amatissimo Genoa. Squadra che il grande cantautore scelse da bambino, nonostante il padre e il fratello fossero torinisti sfegatati, assistendo ad un Genoa Torino in cui la sua squadra perse.

 

Certo quello della holding americana per il Genoa è un progetto importante e impegnativo che prevede investimenti di rilievo che potrebbero comportare   importanti sviluppi per la città della Lanterna. Tuttavia il clima positivo e di attesa verso questa nuova svolta non preclude il sollevarsi di legittimi interrogativi sul corso, sui tempi, sui dettagli delle iniziative che dovrebbero aprire luminose e auspicabili prospettive legate ad un importante e duraturo impegno finanziario che, oltre al calcio, guarda alla grande storia e tradizione in una città alla ricerca di nuovi investimenti per un suo concreto e innovativo rilancio.   Certo nessuno si aspetta miracoli ma oggi il calcio può rappresentare un volano importante specie per chi crede nella città e nelle sue potenzialità.

Tutto questo deve però oggi fare i conti con una squadra in difficoltà che attende come il pane i nuovi innesti per staccarsi dalla zona retrocessione, in un campionato quanto mai duro anche per la tenacia che stanno dimostrando le squadre in lotta  per la salvezza.

Zangrillo, appellandosi al popolo genoano, ha sottolineato come un campione internazionale come Shevchenko, non sarebbe qui se non avesse creduto nella validità del progetto avviato da 777 Partners, aggiungendo come non sia più tempo per vivere alla giornata e di credere in una svolta, pur non nascondendo quanto sia fondamentale, per superare gli immancabili momenti di difficoltà, il supporto del popolo genoano.

“C’è in gioco la storia del Genoa, la tradizione, il mantenimento dei valori, ma c’è anche in gioco, la possibilità di arrivare dove, se non in tempi molto lontani, non siamo mai arrivati.  Solo dando una svolta imprenditoriale e moderna, riusciremo a fare grande il Genoa” ha concluso il neo presidente.

Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2010 nella redazione di Nuova Società. Interessi estesi dal sociale, alla divulgazione scientifica, con attenzione alla futurologia e al mondo del mistero con grande criticità.

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