Napoli Genoa ha rappresentato un’ennesima cartina di tornasole della saggezza e dell’acume tattico di Alberto Gilardino, con un Messias risultato fondamentale nel rendere evanescente il centrocampo azzurro. Una mossa fondamentale nei propositi dell’allenatore biellese. Affrontare e saper infondere ad una squadra una simile calma e determinazione per tutti i 90 minuti (ora sono spesso quasi 100), contro avversari con grandi individualità, spinti dal bisogno assoluto di tornare alla vittoria davanti al proprio pubblico, è stata una vera lezione. Una lezione che ha esaltato impegno, forza e rispetto tattico dei compiti da tutto il giovane collettivo genoano, senza leziosità, in una partita maschia ma corretta. Un quadro che ha fatto si che non si sia risentito in difesa della partenza di Dragusin. Una squadra compatta, come una falange macedone, in cui nessuno è insostituibile e che, siamo certi, se la sarebbe giocata alla pari al Maradona anche senza il richiestissimo Godmundsson. Tutto questo senza mai fare barricate, che alla lunga non avrebbero probabilmente retto, restando sempre pronti a pungere e a lottare a metà campo, contro una squadra confusa dai troppi innesti e dalla foga di dover vincere, ma sempre pericolosa con le sue individualità. Un Napoli che, oltre ai vari fattori critici emersi in questa stagione post scudetto, certamente ha patito la gagliardia tattica e il dinamismo imposto da Gilardino, interpretato nel migliore dei modi dai suoi giocatori. Con una classifica invidiabile grazie a tanti giovani galvanizzati da un allenatore, esordiente nella massima serie, ora considerato appetibile da molte società.
Siamo sicuri che, assestando i nuovi elementi, gli azzurri potranno giocarsela con il Barcellona, augurando ai tifosi azzurri di poter rivivere, nella difficile sfida con i blaugrana, quelle soddisfazioni e quello sfizio che in questo deludente campionato fino ad ora non hanno avuto. Questo mentre si prevede un imminente termine di Mr. Mazzarri sulla panchina azzurra. Un allenatore visibilmente provato, il cui commento post partita ha scatenato sul web inevitabili critiche da entrambe le tifoserie. Un commento in cui non è riuscito ad ammettere i rischi corsi dalla difesa, (parate di Meret su Retegui), vantando solo uno sterile possesso palla, con un tourbillon di giocatori che certo non ha entusiasmato una piazza calda che ha prima sostenuto e poi fischiato. Una squadra che nella gestione del tecnico livornese (oltre 500 le sue panchine) risulta ultima per gol segnati, anche rispetto alla precedente gestione Garcia.
Intesa genoana napoletana
Tra il popolo genoano e quello napoletano vi è un legame antico e profondo. Una condizione che parte da fattori comuni: radicata identità, passione sportiva , sofferenza , costanza, storia, ironia e il mare.
Un quadro che, a settembre 2023, per Genoa Napoli, ha portato al Ferraris tanti napoletani in un clima tranquillo ospitale. Nessun slogan ostile. Cui ora si aggiunge, al ritorno al Maradona l’applaudito coro “Ciro -Ciro” dei tanti tifosi genoani presenti al Maradona. Tutto questo ci auguriamo sia la premessa di qualcosa d’importante perché parte dalla base, dal popolo folle e innamorato dei propri colori, che non odia, ma sa condividere e apprezzare. Non a caso diversi siti del tifo partenopeo hanno sottolineato quel coro dai tifosi rossoblù, accolto con un grande applauso di tutto lo stadio. Non so come funzionino questi accordi tra club ma la stragrande maggioranza dei tifosi pare più che pronta ad un ulteriore avvicinamento.