La volata è cominciata.
Mancano 4 partite e se, apparentemente, i primi due posti sembrano certi – anche se non nell’ordine di classifica che qui, senza scaramanzia invertiamo- le ultime giornate si preannunciano calde.
GENOA | FROSINONE | BARI | SUDTIROL | PARMA | CAGLIARI | PISA | REGGINA | PALERMO (ad oggi fuori dai play-off) |
SUDTIROL | REGGINA | CITTADELLA | GENOA | BENEVENTO |
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ASCOLI | FROSINONE | COMO |
ASCOLI | PISA | MODENA | TERNANA | – BRESCIA |
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FROSINONE | COMO | SPAL |
FROSINONE | GENOA | REGGINA | CITTADELLA | SPAL | PALERMO | BRESCIA | BARI | CAGLIARI |
BARI | TERNANA | GENOA | MODENA | VENEZIA | COSENZA | SPAL | ASCOLI | BRESCIA |
in grassetto quelle in casa per la squadra di riferimento (colonna) | ||||||||
con punto gli anticipi | ||||||||
con trattino i postici |
La classifica è corta ed il cammino del Grifone non è certo semplice.
Parma e Cagliari, nonostante le difficoltà riscontrate, sono due squadre importanti a fronte delle rose a disposizione e dell’esperienza dei due allenatori. Sulla carta, insieme al Bari hanno qualcosa in più rispetto agli altri per arrivare ai play-off con altri 3 posti a disposizione per cui sembrerebbero esserci meno certezze: la Reggina ha da tempo ceduto ad una prima parte di campionato decisamente sopra le aspettative ed manca di 2 punti dovuti alla penalizzazione che lo vedrebbero al pari dei sardi, il Sudtirol da neopromossa in B è andata oltre le aspettative, il Palermo è a 2 punti dalla zona “verde”, ma con un cammino bilanciato rispetto a quello delle concorrenti.
Analizzando solo il girone di ritorno, al netto di situazioni a poco “felici” di cui non si vuol dolosamente prender nota, la classifica oggi vedrebbe
Genoa 34
Bari 30
Frosinone 29
SudTirol 27
Parma 24
Cagliari 23
Venezia 22
Cosenza 21
Ribadendo le difficoltà riscontrate ed anche dai più pronosticate dalla Reggina e la sorpresa Cosenza ad inserirsi nel gruppo con il Venezia.
A ben guardare sembrerebbe che ognuna degli 8 (9) team attualmente interessati dal rush finale siano artefici del proprio destino. Certamente, nonostante gli scontri diretti in arrivo, il Genoa dovrebbe non temere nulla, ma la Serie B è un campionato particolare e Mister Gilardino fa bene a ribadire il dovere di pensare partita per partita.
Cosa aggiungere. In un campionato lungo, difficile e mai scontato, il Genoa ha mostrato grande personalità e qualche sorpresa.
Se all’inizio si è pensato ad Hefti come uno dei “vecchi” che potessero fare la differenza sulla fascia, problemi fisici e psicologici hanno costretto ad un cambio di titolarità scoprendo un Sabelli uomo da B, pronto a correre e lottare, anche sulla fascia sinistra quando il caso, nonostante evidenti limiti. Sulla sinistra, un ritrovato Criscito dà senz’altro sicurezza, ma Haps, per il poco purtroppo visto, avrebbe fatto la differenza: spingendo sulla fascia, saltando l’uomo, crossando. Eravamo tutti felici dopo l’attesa di 3 giornate, ma il destino ha voluto mettere i bastoni tra le ruote al Grifo con il suo infortunio e quello precedente di un (seppur non brillantissimo) Pajac. Fortunatamente, Gilardino ha saputo ancora una volta trovare l’assetto giusto. D’altra parte, “Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando distogli gli occhi dal tuo obiettivo”(Henry Ford) ed il Mister non pare aver mai guardato altrove, se non al suo gruppo.
Bani resta una certezza, con un’intera difesa che in tutti i suoi nomi regala una serenità e la piacevole scoperta di un Vogliacco imperioso, dal carattere forte, a tratti perfino un po’ troppo acceso e dal futuro palesemente roseo. Altro regalo della Primavera RossoBlu magistralmente gestita da anni dal Sbravati. Sorpresa al contrario invece per il tanto atteso Aramu, troppo spesso avulso dal gioco, cui all’inizio si sono date diverse giustificazioni (stato di forma e posizione in campo) e a cui ad oggi non restano che pochi minuti nel finale nei quali dimostrare la propria classe… ma ancora, non trova tempi, inserimenti, giocate, lucidità o intensità, mostrando piuttosto uno stato di apatia costante e talvolta irritante.
E poi ci sono due giocatori che, per motivi diversi, sono imprescindibili per questa rosa. La classe, l’eleganza, la rapidità di Guðmundsson, tanto forte quanto umile. E la grinta, la voglia, la potenza, la rincorsa ed il “senso del dovere e del dare tutto” di Sturaro. Due generazioni a confronto. E se il secondo probabilmente non reggerebbe 90 minuti, ma quando in campo non c’è se ne sente tantissimo la mancanza, il secondo non dovrebbe mai uscirne: anche in partite come Cittadella, dove nel primo tempo non ha mostrato il proprio “sapere”, la gioia mista alla classe vengono sempre fuori e se sostituirlo, peraltro, vuol dire vedere in campo Aramu…
Nota di merito ad Ekuban. Bistrattato, deriso, talvolta persino fischiato, il giovane ghanese ha sempre mostrato tanta voglia di mettersi in mostra, direttamente proporzionale alla difficoltà a centrare la porta. La garra giusta per il Genoa, per l’obiettivo e per la Serie B. Il proprio contributo, dopo l’infortunio, si è dimostrato importante e credo tutti i genoani, perfino chi per tanto non lo ha voluto vedere, siano consci che un suo ingresso nel secondo tempo dia sempre ottimi risultati.
A fronte di una rosa decisamente superiore alla cadetteria, nonostante qualche difficoltà, grande merito va ad Alberto Gilardino che ha saputo ricompattare e ricreare quel gioco che con Blessin era stato solo illusione da pronostico pre-campionato.
Adesso avanti con SudTirol, partita non semplice che molti genoani avrebbero volentieri visto dalle gradinate ma si sono trovati costretti a rinunciare soffrendo da divani e bar…
“Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici”, scrive Khalil Gibran. Noi genoani ne sappiamo qualcosa!