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Analisi e opinioni.

Caniggia. Lo spirito gipsy del figlio del vento

Certamente il più grande calciatore in circolazione nella seconda metà degli anni 90 è stato Ronaldo Luiz Nazario da Lima, non a caso soprannominato “il fenomeno”.

Un giocatore esplosivo e incredibile per come riusciva ad abbinare tecnica sopraffina e velocità. Una forza della natura che ha incantato tutti gli appassionati del pallone.

Fino ad allora la differenza la faceva la tecnica, specie in ruoli meno offensivi, ed il numero uno assoluto era Diego Maradona.

L’ asso argentino, noto come el pibe de oro, ha fatto cose meravigliose col suo genio e la sua naturale dote balistica. Tuttavia ha sempre avuto bisogno di un giocatore che leggesse le sue verticalizzazioni e che in velocità consegnasse la palla alle spalle del portiere avversario.

Proprio per questo ci sono stati giocatori fantastici che hanno completato le opere di Diego. Tra questi ne vanno ricordati tre in particolare:

Jorge Valdano. Argentino, punta del Real Madrid che ha giocato con Diego in nazionale.

Antonio Careca. Centravanti brasiliano che ha condiviso con Maradona il periodo d’oro del Napoli degli scudetti.

Claudio Paul Caniggia. Soprannominato “il figlio del vento” è stato il vero elemento complementare. La quadratura del cerchio per esaltare al massimo l’estro Maradoniano.

Era chiamato ‘il figlio del vento’ per come volava letteralmente sul rettangolo verde di gioco. Con Diego formava una coppia fantastica e magica dentro e fuori dal campo.

Caniggia aveva la sua straordinaria dote nella rapidità di corsa ed esecuzione.

Ho visto giocare la nazionale argentina nel mondiale in Italia del 1990 e mai dimenticherò i movimenti di Caniggia quando aveva la palla il numero dieci.

Non appena stava per arrivare la palla sul sinistro di Diego, Caniggia correva ad una velocità folle senza guardare. Sapeva benissimo che la palla gli sarebbe cascata davanti ai piedi appena si fosse avvicinato alla porta avversaria con effetto perfetto. Questo perché l ‘intesa tra i due era talmente naturale che le verticalizzazioni erano davvero sbalorditive per la loro precisione millimetrica.

Eloquente in tal senso fu l’azione del gol al Brasile nei quarti di finale nel mondiale del 1990. Ebbi la fortuna di essere presente a quella partita giocata a Torino.

L’argentina fu messa alle corde per quasi tutti i 90 minuti dal gioco spumeggiante della nazionale giallo oro che meritava certamente di vincere, ma non bisognava far arrivare la palla a Maradona. Questo successe una volta sola e ne conseguì una sua pennellata al bacio per Caniggia che portò l’Argentina in finale e mandò il Brasile a casa gettando nella disperazione un’intera nazione che vive di pane e calcio e che si riteneva non a torto , maestra nell’arte del bel gioco.

In Italia Claudio Paul Caniggia ha militato in tre squadre: Verona, Atalanta ed infine Roma.

il Caniggia di Bergamo con allenatore Mondonico ritengo sia stato quello migliore.

Su questo giocatore straordinario ricordo un episodio personale. Mi trovavo a Bergamo e lo incontrai mentre si recava in un ristorante.

Era appena sceso da una Fuego rossa. Il suo look era decisamente gipsy. Oltre ai capelli biondi trasandati, ai piedi era impossibile non notare delle espadrillas consunte ed il paio di jeans schiariti varechina. Un quadro ben diverso dai curatissimi look dei giocatori di oggi.

Avendolo davanti a breve distanza gli dissi che ero un tifoso del River Plate e che lo seguivo e stimavo calcisticamente da tempo.

Quello che mi restò fortemente impresso era il senso di libertà che mi trasmise. Non erano certo i tempi dei procuratori e dei giocatori tirati e curati nel look e dalle dichiarazioni banali che si vedono oggi.

Un quadro decisamente diverso. E stiamo parlando di un talento mondiale.

Il presente è caratterizzato da singoli giocatori fantastici come l’argentino Messi, il portoghese Ronaldo, il francese Mbappè. Tutte individualità eccezionali, ma che non si avvicinano minimamente al senso d’unione, umanità, collettività, libertà che lasciavano traspirare personaggi come Diego e Cani.

Vivo a Firenze. Sono appassionato di calcio e di tutto ciò che ruota intorno al pallone,ben oltre la mera cronaca sportiva . Sono papà di due bambini. Gioco da sempre a calcio e ho un innata ammirazione per chi non si arrende al conformismo.

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