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intervista a...

Claudio Lombardo:” il mio legame con Cosenza è viscerale, Donato Bergamini un amico vero e tanti puzzle insieme.Quante risate con Gigi Marulla”.

Claudio Lombardo nato a Voghera il 27 maggio 1963 è un ex giocatore cresciuto nelle giovanili dell ‘Internazionale di Milano.

L’anno scorso ha svolto le mansioni di secondo allenatore nell’Alessandria calcio in lega pro.

Nel suo percorso professionale il difensore lombardo ha militato in diverse società quali :Derthona, Parma ,Rhodense, Vogherese, Asti, Cosenza, Salernitana ,Gualdo, Perugia, Lucchese ,Carrarese, Voghera.

Claudio ha esordito in serie A con l’ Inter di Eugenio Bersellini il sedici Maggio 1982 e con la squadra nerazzurra ha vinto una coppa Italia.

In seguito Claudio ha fatto tanta serie B e serie C

I suoi migliori anni son legati all’esperienza di Cosenza dal 1985 al 1990 con 165 presenze e tre goal.

A Cosenza sfioro’ la serie A e ancora oggi è amatissimo dai tifosi rossoblu’.

Nel suo palmares risultano anche le vittorie nel campionato di serie C a Rho con la Rhodense e con il Gualdo.

Partiamo dal tuo esordio in serie A , il 16 maggio 1982 entri in campo nell’incontro Inter-Avellino 2-1, ultimo turno di campionato , che ricordo hai di quel giorno?

Quello è un giorno che ho tatuato dentro.

Le parole di mister Eugenio Bersellini mi risuonano ancora oggi nelle orecchie . Mi disse ” entra ragazzo tocca a te”.

Il mister era una persona che curava molto l’ aspetto umano.

Per lui era più importante l’uomo del giocatore ,soprattutto con noi giovani.

I suoi insegnamenti me li ritrovo anche ora quando mi capita di allenare.

Nel tuo percorso variegato Cosenza è la tappa più importante ed è quella dove ancora oggi sei ricordato.

Si è vero, a Cosenza ho passato anni bellissimi ed indimenticabili.

Il mio amore con Cosenza ed i cosentini è viscerale.

Con l’ avvento dei social questo legame è esploso ancora di più.

Un anno fa son stato a Cosenza mi ha fatto estremamente piacere che i cosentini si ricordino ancora di me e dei miei compagni di quelle stagioni fantastiche.

Sono arrivato nel 1985 da Asti dove facevo la serie C e sono rimasto coi lupi rossoblu fino al 1990.

Tre anni di serie C, poi abbiamo vinto il campionato e siamo passati in serie B, sfiorando l’ anno dopo la serie A.

La serie A non arrivò solo per quel maledetto  palo contro l’Udinese..

Fu così, presi il palo contro l’ Udinese e, per pochi centimetri, non andammo in serie A, sarebbe stato meraviglioso.

Ricordo che in porta nell’Udinese c’era un certo Claudio Garella.

Ancora oggi quel palo da me colpito è argomento di discussione coi tifosi cosentini.

Se avessi segnato con molte probabilità saremmo stati promossi nella massima serie ma le cose andarono diversamente.

I rimpianti ci saranno sempre però la consapevolezza di avere dato tutto ha sempre compensato quel ricordo.

Fu una stagione memorabile con mister Bruno Giorgi che ci faceva giocare benissimo.

Hai avuto grandi allenatori a Cosenza..

Decisamente, mister Bruno Giorgi e Luigi Simoni per citarne due ma anche Luigi Di Marzio.

Con Giorgi giocammo un gran calcio bello e arioso.

Con Di Marzio fu un esperienza bella perchè il personaggio era molto carismatico  lavorava già a quei tempi con la psicologia nei confronti della squadra anche facendoci arrabbiare a volte. Di Marzio era un allenatore vulcanico dal quale c ‘era ogni giorno da aspettarsi di tutto,

Gigi Simoni invece era un allenatore vecchio stampo ma era soprattutto un uomo d’alta qualità umana.

Coi lupi cosentini hai giocato insieme a grandi giocatori come Gigi Marulla. Un ricordo del bomber tanto amato anche a Genova sponda rossoblu’?

Grandissimo giocatore che anche al Genoa fece molto bene segnando parecchi goal.

Era già stato coi lupi del 1982 al 1985 e, dopo le esperienze al Genoa ed all’Avellino, torno’ a Cosenza nel 1989.

Marulla era un centravanti completo, fortissimo.

Spesso vestiva la salopette e già mi faceva sorridere per questa cosa, in più ,era una persona d’ una simpatia unica.

Gigi era un leader ma era anche quello che faceva ridere il gruppo nei momenti più difficili.

Un aneddoto che ricordo sempre è quello legato ad uno spettacolo teatrale: Gigi sali’ sul palco e racconto’ il giorno che era tornato a giocare nel Cosenza.

Marulla era in macchina ed aveva preso un viale della città calabrese in contromano… tutti i pedoni che lo incrociavano gli segnalavano l’errore alzando le braccia ma lui era convinto che le persone sbracciassero per salutare il suo ritorno a casa…. dentro di sè era molto fiero e stupito di questa cosa ma in realtà stava rischiando di fare un frontale andando in senso contrario…

Cosenza è anche e soprattutto Donato Bergamini…

Eh si, Cosenza è stata una tappa magica per me ma anche dolorosa.

La morte di Donato,scomparso tragicamente il 18 Novembre 1989, m’ha segnato parecchio eravamo molto amici.

Donato ed io eravamo arrivati insieme nel 1985 ed abbiamo vissuto tutto il percorso a Cosenza sempre insieme.

Era una persona bellissima andavamo d’ accordo su tutto ricordo che caratterialmente era un po introverso.

Facevamo gite, il lunedi’ nel giorno libero, nella Sila, con i compagni di squadra Simoni e Galeazzi, ne abbiamo fatte di tutti i colori e ci divertivamo un sacco.

Quando penso a lui penso sempre ai puzzle, Donato Bergamini amava tantissimo i puzzle questa passione era anche mia e ne abbiamo fatti molti insieme.

In quei tempi senza telefonino si viveva al campo d allenamento poi al ristorante e nelle nostre stanze a fare puzzle.

Il lunedi’ ,nel giorno libero,facevamo gite fuori porta nella Sila con altri compagni di squadra dell’epoca come Simoni e Galeazzi ,ci divertivamo un sacco, ho tanti bellissimi ricordi di quelle giornate.

 

Dopo Cosenza la tua carriera è continuata in Campania?

Si, sono andato a Salerno nella Salerinitana dove ho giocato per tre anni.

Sono stati anni di alti e bassi tant’è che siamo retrocessi in serie C ma anche risaliti in serie B.

In seguito ero arrivato ai trentanni e mi sentivo un po stanco, i tre anni di Salerno erano stati duri per me così andai al Gualdo con mister Walter Novellino.

Il mister per me e’ stato molto importante, m’ ha rivitalizzato totalmente, ho instaurato un gran rapporto con lui ed abbiamo vinto insieme il campionato di C2. L’anno dopo sfiorammo la serie B giocammo lo spareggio con l’ Avellino ma purtroppo andò male ai rigori…

L’ anno dopo Novellino mi porto’ con se’ a Perugia in serie B.

Perugia è stato per me un altro momento importante.

In umbria c’ erano giocatori importanti come Giunti, Cornacchini, Dicara.

Pensavo di giocare poco ma invece feci trenta partite con  allenatore Giovanni Galeone perchè Novellino ando’ via.

Cosenza Genoa son sempre state tifoserie “amiche”, questa fratellanza da giocatore si respirava?

Assolutamente si, col Genoa ho giocato due volte sia col Cosenza che col Perugia.

Quando giochi al Ferraris rimani a bocca aperta per l’ ambiente, la tifoseria rossoblu è molto calda.

Col Cosenza son sempre state partite di stima reciproca e correttezza.

Al contrario quando si giocava contro le altre squadre calabresi o campane era una guerra…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vivo a Firenze. Sono appassionato di calcio e di tutto ciò che ruota intorno al pallone,ben oltre la mera cronaca sportiva . Sono papà di due bambini. Gioco da sempre a calcio e ho un innata ammirazione per chi non si arrende al conformismo.

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