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Serie A

Confronto esclusivo sul campionato italiano: 3 domande a…

Voci e volti noti a tutti gli appassionati di calcio (e non solo), grazie alla collaborazione con Radio Skylab, ho raggiunto 3 grandi professionisti ed esperti: Roberto Bernabai, Roberto Renga e Fabiana Della Valle.

A loro ho rivolto 3 semplici domande inerenti le vicende del campionato di A e B, che hanno però prodotto reazioni diverse. Vediamole una ad una.

  • Gravina ha deciso di modificare la formula dei campionati. In particolare, ha proposto per la serie A con play out e play off. L’anno prossimo, quindi, potrebbero esserci 5 retrocessioni, sempre il progetto venga accolto entro maggio, altrimenti se ne riparlerebbe per l’anno 2022/2023. Visto che negli ultimi anni la serie C è passata da 100 squadre a 60, ovvero da 5 gironi tra C1 e C2 a 3,  passare da 20 a 18 squadre apparenterebbe non cambierebbe molto, coinvolgendo sempre le stesse squadre. Cosa ne pensa? Crede vi siano alternative migliori per rendere la massima serie più interessante e meno scontata?

Roberto Bernabai: La formula dei Play off e Play out non mi convince: sono tradizionalista. Credo che la serie A vada comunque ridotta a 18 se non addirittura a 16 squadre. Il movimento non ha risorse per sostenere un campionato che sia equilibrato con 20 formazioni in lizza. Sul piano sportivo si crea puntualmente una terra di nessuno dove a 8/10 partite dalla fine si attestano formazioni che non hanno più nessun obiettivo e perdono fatalmente stimoli e determinazione”.

Roberto Renga: “Il Giro d’Italia prevede tappe di ogni tipo ed è sempre andato bene. Quindi non cambierei in A, ma ridurrei il numero dei club Pro”.

Fabiana Della Valle: “La formula con playoff e play out non mi entusiasma, penso sia contraria al concetto fondante del campionato, dove vince chi ha più continuità. L’Inter dopo una stagione così dovrebbe giocarsi tutto nei playoff: non credo sarebbe giusto”.

La nota

Di fatto qualcosa dovrebbe accadere, visto che già in precedenza l’assemblea Lega ha vagliato l’idea di un nuovo possibile format in stile Premier League, con sorteggi per il girone d’andata e di ritorno e l’introduzione della possibilità le squadre si affrontino anche due volte di seguito (19esima e 20esima giornata di campionato). Addirittura, nella stessa sede, si era pensato di “rimescolare” le sfide di ogni singola giornata.

Insomma, aspettiamoci qualche sviluppo nella speranza, le opinioni dei nostri illustri giornalisti siano specchio di ciò che accadrà.

 

  • A fronte delle perdite dell’anno 2020/2021, quali conseguenze ricadranno sul futuro dei campionati italiani? E quali soluzioni potrebbero essere percorse per risollevare le sorti economiche dei maggiori club ad oggi più seriamente coinvolte nella crisi a causa di debiti sempre più elevati?

Roberto Bernabai: “Occorre assolutamente ridurre le spese con una contrazione degli ingaggi e dei costi aziendali. Mi auguro che gli organi preposti prestino attenzione ed esercitino il controllo sul fenomeno delle plusvalenze: un’autentica piaga! Le cifre attuali sono anacronistiche e non più sostenibili”.

Roberto Renga: “I club non sono come i ristoranti: sono in difficoltà per spese esagerate e immotivate. Riducano ingaggi di diesse, tecnici e giocatori. Taglino le mediazioni”. 

Fabiana Della Valle: “Le ricadute saranno pesanti, credo sia necessaria una profonda riforma del calcio per fare fronte alle difficoltà economiche. Nel frattempo, i club possono tamponare le perdite abbassando il monte ingaggi e con una campagna acquisti oculata”

La nota.

Al 30 giugno 2020 i bilanci delle società italiane denotano come i soli debiti di cinque club di Serie A superavano il miliardo di euro. Tra quelle facenti parte dell’Olimpo del calcio soltanto il Napoli vanta una gestione oculata. Non solo Covid, però: la situazione era già ai limiti del catastrofico nei bilanci dell’esercizio precedente (2018/2019), mentre in quello 2020 si è concluso con perdite enormi: la Roma, per esempio, ha chiuso con un rosso di 204 milioni di euro, il Milan di 195 milioni, l’Inter di 103,1 milioni di euro e la Juventus di 89,7. Solo le 4 top class generano quasi di 600 milioni di perdite. Ma la situazione non è rosea nemmeno per le cosiddette “squadre di mezzo”: il Torino è l’unica a non avere debiti. Certo la questione patrimoniale di questi club, compresa l’Atalanta con 40 milioni, può essere “più facilmente” risanata con interventi dei soci o delle attività di mercato, senza contare che, in taluni casi, la cessione di un giocatore possa già garantire un buon riappianamento.

 

  • Aperta la lotta per la Champions. Dando per scontato l’ingresso diretto dell’Atalanta, la Juve appare in difficoltà, il Napoli continua ad avere un andamento altalenante, la Roma, salvo Inter e derby dovrebbe avere un calendario favorevole rispetto alla Lazio, il Milan se la vedrà con 3 delle squadre non ancora salve… su chi puntereste? E quale ritenete potrebbe essere la terza candidata alla retrocessione? Apparentemente il Benevento è la squadra più papabile: il Cagliari è in ripresa e la rosa è comunque importante, il Torino difficilmente sarà declassato, sopra Spezia, Fiorentina e Genoa. Quest’ultimo il team meno quotato per la discesa in cadetteria, ma dal calendario piuttosto difficile. Pronostico?

Roberto Bernabai: “Inter a parte, vedo Atalanta, Napoli e Juve in Champions. Per la retrocessione mi pare che il Benevento stia rischiando più di tutte di aggiungersi a Parma e Crotone. Il Cagliari è più attrezzato e sta risalendo. Il Torino deve fare attenzione, ma credo che alla fine si salverà”.

 

Roberto Renga: “In Champions, Atalanta, Juve e Napoli. La Roma ha ben altri problemi. La Lazio non credo possa guadagnare punti. Retrocessione: il Benevento è in evidente calo, il Toro ha i giornali dalla sua, ma potrebbero non bastare. Il Cagliari sta bene”.

Fabiana Della Valle: “Credo che il Napoli sia favorito e l’ultimo posto se lo giocheranno Milan e Juve, con i bianconeri favoriti perché hanno una rosa migliore. Sarà decisivo lo scontro diretto a Torino. Per quanto riguarda la retrocessione, il Benevento è la squadra che rischia di più, avendo vinto una sola partita nel girone di ritorno”

La nota.

Un campionato che parrebbe non aver più nulla da dire e che sembrerebbe dunque dare ragione a Bernabai e Renga che sostengono la necessità di ridurre il numero di squadre a 18/16, mantenendo tuttavia la formula classica. Ma cosa accadrà in futuro a fronte della situazione debitoria dei grandi club? Se ancora i procuratori la faranno da padroni, in attesa di una sperata quanto difficilmente realizzabile regolamentazione, gli acquisti di grandi campioni dovranno essere notevolmente ridimensionati o, addirittura, evitati. Senza considerare, da tempo, il campionato italiano sia il meno appetibile per grandi nomi dirottati prevalentemente verso la Premier….

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I PROTAGONISTI

Roberto Bernabai. Giornalista e conduttore, caporedattore presso La7

Ha seguito, sia come inviato che come telecronista, tre edizioni del Campionato mondiale di calcio (1990, 1994 e 1998), tre Europei di calcio (1992, 1996 e 2000) e i Giochi Olimpici di Barcellona 1992. Per sei stagioni è stato uno dei telecronisti delle partite di Liga spagnola trasmesse in diretta su TMC2 e TMC. È conduttore dal 1992 dei telegiornali sportivi e dei programmi sportivi, sia per TMC che con LA7, alla quale collabora dal 2002. Dalla stagione 2006-2007 è stato per due anni conduttore di Area Gol, trasmesso prima e dopo le partite di Serie A sui canali del digitale terrestre e degli pre e post-partita della Coppa UEFA

Roberto Renga. Giornalista, scrittore, uomo di calcio, radio e televisione

Opinionista e inviato del Messaggero e tutto Mercato Web Tra mondiali, Europei, Giochi, Coppa America e d’Africa, 19 manifestazioni. Tre libri ed un film su (e con) Totti. Fa parte di Radio Radio

 

 

Fabiana Della Valle. Giornalista presso RCS Media Group (Gazzetta dello Sport) redattrice nota delle vicende Juventina e prima milaniste.

Genova, 26 Aprile 1977 “Io parlo di Comunicazione – ufficio stampa e media relation - Siti Web. Papà chiede quando smetterò di giocare e disegnare e mi troverò un lavoro vero. I genitori la sanno lunga...” Consulente per la comunicazione aziendale e politica da oltre 15 anni è socia della PVD Consulting insieme a Pietro Avogadro, sistemista ed esperto in privacy. Inizia il proprio percorso a Milano, in un’agenzia di comunicazione dopo uno stage legato al Master di specializzazione per tornare a Genova ed intraprendere il percorso lavorativo indipendente. Non è stato semplice, la sua città la accoglie con diffidenza: giovane donna, spesso si sentiva chiedere dove fosse il suo capo. Ma ha saputo destreggiarsi, crescere e creare un’impresa piccola, ma solida anche grazie alla continua voglia di evolvere, aggiornarsi e, soprattutto alla testardaggine: “E’ stato difficile affermarsi, ma l’entusiasmo che veniva percepito apriva lo spiraglio. Qualche volta non è bastato, altre è servito ad iniziare un percorso. Alla fine, posso dire essermi tolta molte soddisfazioni e qualche sassolino…” Consegue il titolo in diversi Master tra cui quello in “Ufficio stampa e media relation” del sole 24 Ore, “Digital marketing” con Studio Samo e “Consulente politico e marketing elettorale” con Eidos Communication. Tra Milano e Roma la voglia di migliorare si fa sempre sentire senza esaurirsi: “Forse è questo il mio jolly, non mi accontento mai”. Il ruolo che le piace più ricoprire è quello di addetto stampa, ma ama collaborazioni e consulenze che la portino a studiare nuove realtà e preparare i clienti ad affrontare il mondo della comunicazione sempre più visual ed incentrato sui social. I suoi clienti spaziano da realtà medio grandi di diversa natura, associazioni sportive, politici e liberi professionisti, a start up per cui studia piani di lancio. Sempre attiva, tanto da mettere il lavoro al primo posto, quando le si chieda come stia, risponde raccontando delle proprie giornate professionali. Per passione, entra in contatto con il mondo della televisione e della radio. In particolare, oggi, conduce insieme ad Angelo Arecco una trasmissione settimanale di informazione su Radio Skylab che vanta grandi ospiti e seguito. Ha scritto per alcune testate online, creato blog: “Non sono certa di dove mi condurrà la vita, amo cambiare e detesto i titoli sterili. Di certo scriverò. Questa è l’unica certezza: l’ho sempre fatto e so farlo bene!” Nell’ambito sociale, è responsabile regionale di Unavi (Unione Nazionale Vittime)

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