Vivendo a Firenze m’e’ capitato di incontrare Daniel Alberto Passarella. Il fantastico giocatore, ma anche dirigente, bandiera del River Plate con un passato alla Fiorentina e all Internazionale .. Insomma un nome mai dimenticato anche nel nostro Paese.
Una volta lo avvicinai per dirgli che quando giocavo andavo allo stadio sperando di vederlo saltare di testa sui calci d angolo.
Daniel Alberto Passarella e’ stato un grande giocatore e un autentico leader coraggioso. Un vero guerriero in campo. Pochi ricordano che, firmato il contratto che lo trasferiva dalla Fiorentina all Internazionale nel 1986, lui all’ultima giornata fece due goal al Pisa che permisero ai viola di andare in coppa proprio a danno dell Internazionale.
Mai ho visto un giocatore col tempismo, lo stacco, la garra di Passarella. Un vero Caudillo, come era stato soprannominato da sempre in Argentina.
Daniel Alberto Passarella ha sempre tifato Boca Juniors, ma la sua vita e’ ed e’ sempre stata legata al River Plate,ossia l’ acerrima avversaria della squadra per cui tifava.
Il caudillo fu scartato dal Boca quando giocava in terza serie nel Club Atlético Sarmiento ma trovo’ strada spianata al River Plate quando, tramite un suo ex compagno, riusci’ ad entrare in contatto con Pippo Rossi, allenatore,ex giocatore e leggenda del River.
Pippo Rossi chiese a Passarella se avrebbe avuto il coraggio di giocare immediatamente proprio contro l’ amato Boca Juniors.
La sua risposta fu: “il coraggio lo devi avere te per mettermi, non io. Io non ho paura di nessuno”.
La partita fu trasmessa in diretta in tutta l ‘Argentina.
River – Boca, il superclassico in cui Passarella venne premiato come miglior giocatore della partita.
Così inizio la storia di Passarella al River Plate di Buenos Aires.
Daniel Alberto Passarella nasce il 25 maggio 1953 a Chacabuco. La squadra in cui inizio’ a giocare fu il Club Atlético Sarmiento dove rimase per due anni in Terza serie, ne seguì il salto al River nella massima serie Argentina.
Capitano della nazionale campeones nel discusso mondiale argentino del 1978, quello dei militari e dei desaparecidos, s e’ spesso narrato di una rivalita’ tra lui e Maradona.
In realta’ Daniel e’ stato piuttosto protettivo nei confronti del Pibe de oro, soprattutto nei primi anni di Maradona.
I rapporti si guastarono in seguito più per colpa di Carlos Bilardo e per una stampa a caccia di polemiche senza freni.
Bilardo fu allenatore di quella nazionale argentina del 1986 campione del mondo in Messico.
Per capire il giocatore è significativo quanto accadde nel derby 1987 tra Milan ed Internazionale. Era il Milan degli olandesi dal gioco davvero vincente.
L’ aneddoto che sto per raccontare è legato alla stella olandese Ruud Gullit.
Gullit era straripante per la sua fisicità e per la sua tecnica sopraffina. Riccardo Ferri,stopper della nazionale italiana e dell Internazionale, non riusciva a contenerlo. Ad un certo punto il Caudillo chiese a Ferri di lasciarlo a lui …
Ad un calcio d angolo a favore del Milan, con i rossoneri in vantaggio per due a zero Gullit dovette uscire con l ‘occhio nero…
Mentre esce malconcio dal campo Passarella s’avvicina e gli dice “benvenuto in Italia”.
In Messico a Monterrey,molti anni dopo durante la stagione 2002/2003 , il Caudillo allena la squadra locale. La sera esce a cena con un amico e mentre mangiano notano un uomo grande pelato che li fissa continuamente.
Ad un certo punto quest uomo s’ avvicina al tavolo di Passarella e gli dice:”benvenuto in Italia” e scoppia un abbraccio fragroroso come solo due grandissimi campioni sanno fare.
