Connect with us

intervista a...

Franco Cerilli: Nel calcio di un tempo c’era più tecnica e non si andava poi così piano.

Oggi trovare giocatori estrosi, fantasiosi in particolare nel campionato italiano è sempre più difficile.

 

Negli anni settanta ottanta erano molto più presenti, c’ era meno fisicità ma molta più tecnica.

 

Quando si parla di tecnica e fantasia di quel periodo non può non venire in mente il nome di Franco Cerilli.

 

Franco Cerilli è nato a Chioggia in provincia di Venezia il 26 ottobre del 1953.

 

Da giocatore è stato un funambolo e fece il salto di qualità passando dalla Massese all’ Internazionale nella stagione 1974/1975.

 

Il suo nome resta legato soprattutto al Lanerossi Vicenza di Giovan Batista Fabbri e Giussy Farina oltre che a Inter, Padova e Pescara.

 

Partiamo dai calzettoni giù che erano il tuo marchio di fabbrica…?

 

“Beh il mio idolo è sempre stato un certo Omar Sivori.

 

 

Il favoloso diez argentino i calzettoni tirati su non li ha mai avuti e poi è arrivato un certo Mario Corso… Il mio ruolo più o meno è sempre stato quello, per cui..”

 

Eri un giocatore con delle caratteristiche ben precise, uno che faceva fare goal, un ruolo oggi sempre meno ricercato dagli allenatori come mai?

 

“Mah oggi la fisicità e’ tutto, basta vedere nelle scuole calcio cosa viene chiesto ai tecnici e viene repressa la fantasia. Una cosa che ai miei tempi andava al contrario, con ciò mi vien da ridere quando si dice che ai nostri tempi si andava piano…s’andava forte ma si sapeva anche toccare il pallone.”

 

Un giocatore di oggi nel quale ti rivedi?

 

“Bernardo Silva del City”.

 

Il tuo nome è legato a Vicenza, Inter ma anche Padova e Pescara in parte. Un ricordo delle tue esperienze nei vari club?

 

“Il Vicenza è stata un’esperienza fantastica.

 

Un club dove son stato benissimo. Ho ricordi molto belli a partire dai rapporti con tutto lo staff, l’ ambiente, l’ allenatore Giovan Battista Fabbri ed il presidente Giussy Farina.

Quel Vicenza era forte ma non solo..?

“Vero ,eravamo un gruppo soprattutto molto coeso.

Ricordo sempre che un venerdì ,il nostro portiere, Ernesto Galli, che era il capitano fuori dal campo, ci porto’ a mangiare in un ristorante di un suo cugino e,  dato che il weekend calcistico seguente andò bene,  divenne una regola, per tre anni, andare in quel ristorante con tutta la squadra. Stavamo bene insieme.

 

Una partita che ricorda tra le tante?

 

“Ne ricordo due con molto piacere. La prima a Napoli quanto vincemmo quattro a uno e tutto lo stadio ci  fece un applauso a fine partite emozionante.

Un altro ricordo è legato a Paolo Rossi.

A Roma contro la Lazio vincemmo tre a uno con tre goal di Pablito grazie a tre miei assist.

Ero un giocatore che godeva a far fare goal più che a farli, son sempre stato così”.

 

L’ allenatore di quel Vicenza era un certo Giovan Battista Fabbri ?

 

“Un grande il mister. Mi vien da ridere quando sento oggi parlare di ripartenza dal basso come innovazione, già ai nostri tempi Fabbri ci chiedeva di partire dal basso per poi imbucare velocemente”.

 

Passiamo all’ Inter?

 

“L’ Inter per me è stata importantissima ho imparato tantissimo. Ho avuto due anni con due allenatori come Giuseppe Chiappella e Luisito Suarez ed avuto la fortuna di giocare con monumenti del calcio come Sandro Mazzola Giacinto Facchetti e Roberto Boninsegna per citarne qualcuno”.

 

Eri arrivato a Milano con il soprannome di “nuovo Mario Corso”..

 

“La gente s’aspettava troppo. Io ero giovane, avevo caratteristiche diverse da Corso, e non era la stessa Inter di qualche anno prima.

Era un periodo di grosso cambiamento si  stavano stabilizzando tra i titolari giocatori del calibro di  Ivano Bordon e Gabriele Oriali mentre stavano per inserirsi altri giovani come Nazzareno Canuti e Carlo Muraro che hanno in seguito fatto la storia del club”.

L’ Inter per me è stata solo un’ esperienza positiva: posso solo ringraziarla perchè m’ ha fatto crescere molto da giocatore e da uomo e ancora oggi sono legato ai colori nerazzurri.

 

Una persona che ricordi con particolare affetto nel periodo nerazzurro?

Se devo sceglierne uno dico il fotografo storico dell Inter Marco Ravezzani.

Sin dall’inizio mi trattò come un figlio, mi diede una grossa mano e ricordo sempre lui e la sua famiglia con molto affetto.

 

E con il Padova?

 

“Anche a Padova son stato benissimo. Tre anni soddisfacenti ed ancora oggi i tifosi padovani mi chiamano Mastro Cerilli che era il soprannome che m’avevano dato quando giocavo.

 

 

C’è ancora il Pescara?

 

“A Pescara mi spiace non aver potuto dimostrare le mie doti.  Ci furono alcuni problemi e non mi fu data la possibilità di fare bene.

 

 

Un ricordo del Genoa di quando giocavi e di quello attuale ?

 

“Il Genoa è la storia del calcio: dovrebbe stare sempre in serie A.

Ricordo che giocare davanti alla gradinata nord era un emozione unica e ho sempre avuto una simpatia particolare per la squadra del grifone e per i suoi fantastici tifosi.

Il Genoa attuale l ho seguito, son felice della risalita immediata in serie A, penso che i meriti maggiori vadano all’allenatore Alberto Gilardino.Il mister ha saputo essere psicologo prima che allenatore.

Oggi il compito dei tecnici è soprattutto legato alla testa dei giocatori, era così anche ai miei tempi ma oggi ancora di più”.

 

Finiamo con Paolo Rossi …

 

“Paolo era un giocatore ed uomo unico. eravamo molto legati.

Ricordo sempre una partita dove, potendo segnare a porta vuota, passai la palla a Paolo per fargli fare goal.

Era un periodo che Paolo non segnava e volevo riportarlo alla gioia del goal, volevo vedere il suo sorriso che era unico .

Paolo era uno spettacolo, mi manca molto.


Vivo a Firenze. Sono appassionato di calcio e di tutto ciò che ruota intorno al pallone,ben oltre la mera cronaca sportiva . Sono papà di due bambini. Gioco da sempre a calcio e ho un innata ammirazione per chi non si arrende al conformismo.

1 Comment

1 Comment

  1. Sol

    Maggio 23, 2023 at 10:57 pm

    👏👏👏

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *