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Europei 2020

Il calcio torna a casa. Ma la casa è l’Italia; rigori ancora fatali agli Inglesi.

Dal nostro inviato a Londra, Simone Filippetti

La mattina dell’appuntamento con la storia comincia con un cielo terso e blu con il sole che splende sveglia la città di Londra. Dopo giorni interminabili di grigio e pioggia, sembra un segnale: l’Italia sbarca alla conquista del Regno Unito anche col meteo. E’ forse un buon auspicio. Ma mai sottovalutare l’imprevedibilità del clima britannico: la frase di un famoso scrittore britannico dice che “gli inglesi hanno preso troppa pioggia per essere felici”. La pioggia, però, potrebbe invece andare benissimo per vincere gli Europei. E una sera di luglio, sotto una pioggia insistente, il calcio è stato a un soffio dal tornare a casa, dopo 55 anni di attesa. E invece si ferma tra le mani di un ragazzotto enorme tutto vestito di giallo che è davvero l’erede di Dino Zoff e Gigi Buffon. Gli Azzurri vincono all’ultimo respiro Euro 2020. Il calcio inglese dovrà attendere ancora chissà quanto prima di tornare a casa. Sicuramente non stavolta: perché stavolta torna a Roma.

Una domenica d’estate entra nel destino come una data fatidica per l’Italia dello Sport: doppia finale tricolore a Wimbledon e Wembley. E’ una congiuntura storica irripetibile. Ma da fatidica, la giornata rischia di diventare fatale: per un pelo l’Italia non esce a pezzi. Due finali: una persa, una vinta al cardiopalma. Il promettente cielo italiano del mattino si trasforma in una coltre di fitta pioggia quando inizia la partita. E’ il segnale che gli dei hanno voltato le spalle alla terra del sole e del mare per accomodarsi tra le brume anglosassoni?

Sul prato verde dell’All England Lawn Tennis, il torneo di tennis più prestigioso al mondo, Matteo Berrettini è il primo italiano della storia a giocare una finale: purtroppo perde contro un marziano di nome Novak Djokovic. Tra le poltroncine del Central Court le tv inquadrano anche Tom Cruise: la star americana poi comparirà anche in tribuna a Wembley, accanto a David Beckam.

La finale di Euro 2020 è una battaglia tra due squadre quasi speculari: due difese fortissime. Inghilterra non ha preso mai gol su azione (e solo 1 in totale); Italia ne ha incassati solo 2. I portieri sono due saracinesche. Sulla carta, nessuno si aspetta una finale da grande spettacolo: vincerà chi ha più fame. Gli inglesi sono carichi a mille: sentono che è il loro anno. E vogliono finalmente portare a casa un trofeo: giocano pure a casa loro. Meglio di così, quando ricapita. Gli Italiani hanno un conto in sospeso con gli Europei: lo hanno vinto solo nel 1968. E le ultime due finali, nel Duemila contro la Francia nel 2012 contro la Spagna, le ha perse. Anche dal lato azzurro, la voglia di rivalsa è tanta. E poi c’è da cancellare l’onta dei Mondiali del 2018, dove per la prima volta in 60 anni, la Nazionale non ha partecipato.

Nella curva degli italiani, una marea azzurra scatenata e festosa tra costumi da gladiatori e tuniche dell’Antica Roma, si mimetizzano anche alcune bandiere della Scozia: i Braveheart del Nord tifano Italia stasera. Tutto va bene pur di andare contro gli odiati inglesi: “I nemici dei miei nemici sono miei amici” dice una famosa massima di Sun Tzu. E per una notte sarà così. Sarà una Notte Magica, la più magica di tutte. Ma per arrivarci, una sofferenza indicibile. Come sempre nel destino degli Azzurri: siamo un paese che si complica sempre la vita.

Lo stadio è tutto bianco-rosso: i tifosi inglesi dominano tutti gli spalti. Cantano, urlano, bevono come se avessero già vinto. Pregustano la vittoria: da 55 anni attendono questo momento. Adesso o mai più: questo è il loro anno. Da giorni, in giro per Londra la canzone Football is coming home (il calcio torna a casa, nella sua patria) è come juke-box incantato. E quando viene sparata a Wembley, diventa un boato assordante. La risposta, ironica, dei tifosi italiani è che Football is coming Rome: va invece a Roma, non a casa degli inglesi. Ma gli italiani sono una sparuta minoranza nella tana, feroce e spaventosa, del nemico.

Anche la cerimonia finale, con la gigantesca replica della Coppa, sembra congiurare a favore dell’Inghilterra: ci sono le guardie della Regina e i rintocchi del Big Ben. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella spera di eguagliare Sandro Pertini e Giorgio Napolitano, ma l’atmosfera mette soggezione. L’Italia è in Terra Infidelium. La corona è rappresentata dal Principe William, gran patito di calcio e presidente della FA, la Figc inglese.

Mancini schiera la formazione tipo che ha portato gli Azzurri in Finale: tre punte con Immobile, Insigne e il panchinaro Chiesa che ha scalzato Berardi. In panchina, per cambiare il match in corsa o per eventuali supplementari, il Gallo Belotti; Bernardeschi, e i provvidenziali Locatelli e Pessina. Gli inglesi partono con le due loro stelle: l’ariete Harry Kane e il folletto Raheem Sterling.

Buona notizia è l’indisponibilità di Phil Foden, spina nel fianco di ogni avversario degli inglesi. Ma il buonumore dura poco. E’ l’Inghilterra che fa l’Italia per buona parte del tempo. Catenaccio e contropiede. Inespugnabili dietro: una squadra a fisarmonica che si allunga in attacco ed è velocissima a chiudersi in difesa.

Non si fa in tempo a partire che la partita diventa un incubo: dopo soli due minuti, Inghilterra passa in vantaggio, dopo una cavalcata di Trippier, vero uomo partita, immarcabile, che pennella un cross per Shaw: 1 – 0 con un gol di un difensore. A quel punto saltano tutti gli schemi: se la strategia era di fare una partita a scacchi, dove il gol arriva alla fine, va tutto a farsi benedire. L’Italia deve fare una cosa che non ha mai fatto finora in questo Euro 2020: rincorrere. Non era mai successo che finisse in svantaggio. Potrebbe non essere un male: il gol immediato allenta gli inglesi che aprono spazi. Ma non è così: gli inglesi non cedono di un millimetro e la reazione dell’Italia è praticamente inesistente.

Finita sotto dopo soli due minuti, Italia è stata incapace di fare un solo tiro in porta per i successivi 45 minuti (4 minuti di recupero): il centrocampo, soverchiato numericamente, non ha funzionato. E senza quella macchina da gioco che è il trio Verratti-Jorginho-Barella, Italia si è afflosciata. Di Lorenzo soffre terribilmente ed è sempre in ritardo, mentre Trippier si invola con facilità sulla fascia opposta. Si va negli spogliatoi con gli Azzurri annichiliti: gli inglesi corrono il doppio degli italiani, arrivano prima su ogni pallone. Italia è sulle gambe: è arrivata spompata in Finale. Ha avuto anche un cammino più impegnativo rispetto all’Inghilterra, il cui unico avversario impegnativo è stata la non irresistibile Danimarca in Semifinale. Ma poi l’Italia sbaglia anche le cose facili: tantissimi errori nei passaggi. Gli azzurri sono dei pulcini bagnati; mentre gli inglesi sono dei pirati sassoni a loro agio tra pioggia e freddo.

Il primo tempo sembra la fotocopia della Finale di Euro 2012, ma il secondo tempo prende la piega della Semifinale: Mancini cambia squadra (fuori uno spento Immobile e un bollito Barella per Berardi e il più fisico Cristante a centrocampo) e arriva il pareggio. Angolo battuto da Berardi, mischia in area e Bonucci insacca: sciacquatevi la bocca. 1 -1 palla al centro. La vera partita inizia a 25 minuti dalla fine del tempo regolamentare.

Riacciuffata la parità, la finale si incanala nella partita che si si aspettava: un sostanziale equilibrio che prosegue fino allo stillicidio insopportabile dei calci di rigore.

E’ un’altra Italia, tuttavia: non sembra nemmeno che siano gli stessi giocatori del primo tempo. Più vivace, più azioni verticali: il portiere Pickford finalmente costretto a lavorare. Lo sforzo però non porta a completare il lavoro nei 90 minuti: per la terza volta in questo Europeo, gli Azzurri vanno ai supplementari. Mancini è costretto a un cambio forzato: fuori Chiesa, per una caviglia “attenzionata” dagli inglesi, e dentro Bernardeschi.

Gareth Southgate toglie uno stanco Mount per lo spezza-partite Grealish, il giocatore dai capelli come un tamarro da discoteca Anni ’80, che però non spezza nulla. L’Italia è più reattiva e costruttiva: si rivede il calcio veloce di Mancini. Bernardeschi sfiora un eurogol in acrobazia e tira le punizioni meglio di Ronaldo (almeno sono nello specchio della porta). E’ sempre 1-1 ma almeno gli Azzurri se la stanno giocando e divertono anche a tratti.

Al 188esimo il ct inglese Southgate mette Rashford e Sancho perché pensa ormai ai calci di rigore. Due tiratori al posto di due difensori. Scelta nefasta perché alla crudele lotteria dei rigori, sbaglieranno entrambi.

I rigori sono un Dejavù per l’Italia e l’Inghilterra: come la Semifinale con la Spagna e come Berlino 2006. Per gli inglesi aleggia lo spettro di Euro 1996 dove furono battuti dalla Germania. E proprio quando sembra che gli inglesi abbiano la vittoria in tasca, è quello spettro si materializza. Belotti sbaglia il secondo rigore, Jorginho, l’uomo del freddo tiro contro la Spagna si fa parare il tiro da Pickford, ma poi SuperGigio Donnarumma porta l’Italia nell’Olimpo: para 2 rigori. L’Italia è campione d’Europa nel paese della Brexit. Mattarella è il nuovo Pertini.

“Simone Filippetti, giornalista del Sole 24 Ore basato a Londra, è autore e commentatore tv. Ha vissuto a Milano e New York. E’ autore di numerosi libri: Serenissimi Affari (Marsilio, 2014); I Signori del Lusso (Sperling&Kupfer 2019); e il recentissimo Un Pianeta Piccolo Piccolo (Il Sole 24 Ore 2021)”

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