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Analisi e opinioni.

Il fuorigioco millimetrico e il Var

Il fuorigioco millimetrico e il Var

di Moreno D’Angelo

Continua a sollevare polemiche la questione dell’annullamento di un gol, a volte stupendo, per il fuorigioco di una suola di scarpa, rilevato dal Var,  ovviamente impercettibile a livello umano.

E’ successo in Juve Verona il 28 ottobre per  Kean, in Monza Bologna per Dany Mota e si è ripetuto domenica 26 novembre in Atalanta Napoli per un tiro di Amir Rrahmani. Per non parlare del gol di Piccoli in Lecce Milan (11 novembre), annullato per un fallo alquanto dubbio rilevato dal Var.  Solo la tecnologia, senza alcun intervento di esperti, può rilevare in modo netto e imparziale queste millimetriche irregolarità. Alla delusione e alla rabbia dei tifosi  per delle vere perle, sale del calcio, rese nulle  dopo che uno stadio è esploso di gioia,  fa da contraltare un prevalere di commenti obiettivi che vedono nell’ intervento Var l’assenza totale di discrezionalità che mette tutti alla pari, sia le grandi che chi lotta per salvarsi.

A riaccendere la questione vi è stato il “questo non è più calcio” con cui l’ex arbitro Massimo Chiesa ha rivendicato l’esigenza di una qualche forma di “tolleranza” per ciò che non è valutabile dall’occhio umano, per quanto esperto e attento, prevedendo anche un ricorso al Var limitato a solo pochi (tre) gravi interventi, lasciando così all’arbitro maggiori margini di intervento e giudizio. Insomma permane quello scontro latente tra parte della classe arbitrale e il Var, particolarmente presente in Italia. In tal senso c è chi propone una soluzione radicale che vede una sala Var priva di arbitri con la presenza di ex calciatori e tecnici (tra questi il nostro editore Raimundo Navarro che cito in quanto  da un confronto su queste problematiche è emerso lo spunto per questo articolo).  Sembrerebbe assurdo eliminare gli arbitri dal Var,  tuttavia basta assistere alle  accese polemiche televisive sulla moviola proprio tra ex giacchette nere, come si chiamavano un tempo, per trovare elementi a supporto di questa proposta.  Il fuorigioco, anche di un millimetro, va fischiato e stop. Ricordiamo come vi siano  sport come l’Hockey professionistico su ghiaccio in cui il disco viaggia in modo così veloce che senza il supporto tecnologico sarebbe impossibile per i pur esperti arbitri esprimere un giudizio.

La questione centrale resta l’uniformità di giudizio. Un discorso che ovviamente non riguarda il fuori gioco ma tutti gli altri interventi Var in cui ritorna a prevalere il fattore umano. Un discorso fondamentale per ridimensionare dubbi che alimentano immancabili voci di complotti, tra immagini censurate e discutibili digitalizzazioni, a vantaggio di qualche sodalizio.

Certo per i genoani il tema Var, nel mare di episodi contestabili, farà tornare in mente il vivido ricordo di quel gol Pulisic dopo un fallo di mano non rilevato dall’arbitro Marco Piccinini. Un’azione rivista dal Var che non riscontrò irregolarità. Tuttavia, anche con il sofisticato supporto tecnologico, non risultò per nulla chiaro il punto d’impatto della sfera. Il tutto accese aspre polemiche per giudizi e parametri d’intervento che in quell’occasione comportarono diversi minuti di attesa nel turbolento finale di Genoa Milan del 7 ottobre 2023

Episodi che si ripeteranno accompagnati da un clamore mediatico inevitabilmente legato alla posta in gioco e al blasone delle squadre coinvolte.


Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2010 nella redazione di Nuova Società. Interessi estesi dal sociale, alla divulgazione scientifica, con attenzione alla futurologia e al mondo del mistero con grande criticità.

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