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Empoli

IL PUNTO DELLA MAGLIA
di Diego Pistacchi.

Empoli – Genoa 2-2 – Un goal di Bianchi, in estremis, evita la sconfitta, dopo esser passati in vantaggio con Criscito.


Un punto. Serve? Dipende da quello che deciderà la società.
Se arriverà l’esonero del mister che stava ancora una volta perdendo la partita con scelte (e soprattutto non scelte) rivoluzionarie sarà un punto che serve alla classifica, a non far allontanare un Empoli che, a dispetto dei punti attuali, è l’ennesima squadra di basso livello tecnico ma di buona organizzazione di gioco. Se i nuovi proprietari continueranno a cincischiare, sarà il punto più inutile, anzi dannoso del campionato.


Di certo è stato il punto della bandiera. Anzi, il punto della Maglia, che sì, è vero, pesa. E sì, i giocatori ne sentono il peso. Ma è un peso positivo, che li spinge a dare qualcosa in più, a dimostrare tutto il loro valore caratteriale e umano, ancor più dopo essere stati scaricati dal tecnico.
A fare a pezzetti l’ennesimo alibi di una conduzione tecnica che si attacca ancora a frasi fatte due mesi fa.
Dopo un primo tempo in cui il Genoa, con un 3-5-1-1 “normale”, senza strani esperimenti, ha messo in campo grande applicazione e pressing altissimo che metteva in evidenza tutti i limiti e l’inferiorità tecnica dei toscani, è arrivata la mossa tattica di Andreazzoli che ha provato a sparigliare le carte. E c’è riuscito perché da parte opposta nulla è cambiato.

Due attaccanti centrali contro il solo Pinamonti del primo tempo, e sempre due fasce laterali a spingere. Di fronte, sempre la solita difesa a tre che nell’unica occasione in cui Mimmo Criscito si è fatto richiamare troppo alto sbagliando l’anticipo, si è aperta in maniera paurosa per l’1-1. Fuori Rovella, più disordinato del solito ma sempre presente a disturbare sul nascere l’azione avversaria, e dentro Kallon, sparito tutto alto a destra nella sua inconcludenza cronica. E la voragine sulla fascia del capitano è diventata un invito per le folate empolesi. Il gol del 2-1, con Criscito impossibilitato a uscire per contrastare l’avanzata di Zurkowski tutto solo per non abbandonare il proprio avversario diretto, è la fotografia della confusione tattica del Genoa che non ha saputo rispondere ai cambi di Andreazzoli. Incorniciata dalla sostituzione di Cambiaso.
Da lì in poi, solo una nuova, encomiabile reazione d’istinto. Come al solito.


Ora le condizioni ci sono tutte. La sosta della Nazionale per consentire a una nuova guida tecnica di lavorare con la squadra, una classifica che continua a essere terribile specie dopo aver esaurito gli avversari facili, una squadra che ha voglia di lottare, e le scuse finite. Poi certo, ci sarà chi continuerà a dire che i giocatori del Genoa sono scarsi e quelli degli altri fortissimi, dimenticando di aver incontrato quelli che, finché erano al Genoa, erano considerati il peggio del peggio (stasera Pinamonti e addirittura Fiamozzi titolari fissi). E ci saranno quelli che continuano a vedere miglioramenti continui corroborati da prestigiosi pareggi contro Venezia ed Empoli.


La formula standard dei comunicati di addio è quantomai opportuna. Un sentito ringraziamento per il lavoro svolto, specie in passato. E poi via con il nuovo corso, societario e tecnico. Perché il punto della bandiera, anzi della Maglia, diventi punto di svolta.

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