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Laura Bersellini:”Papà era un sergente buono, un padre autentico protettivo e riconoscente. Il 26 Agosto a Borgo val di Taro lo ricorderemo con gioia ed allegria”

Eugenio Bersellini è stato un buon centrocampista ed un grande allenatore.

Il mister nella sua carriera ha totalizzato ben 490 panchine nella Serie A italiana.

Eugenio era nato a Borgo Val di Taro il 10 giugno 1936.

Nella sua lunga carriera da allenatore ha allenato dal 1969 al 2006.

Le squadre allenate nell’ordine sono state : Lecce dal 1969 al 1971, Como dal 1971 al 1973 , Cesena dal 1973 al 1975 Sampdoria dal 1975 al 1977  Inter dal 1977 al 1982 Torino dal 1982 al 1984 Sampdoria dal 1984 al 1986 Fiorentina dal 1986 al 1987 ,Avellino dal 1987 al 1988,  Ascoli dal 1988 al 1990, Como dal 1990 al 1991,  Modena dal 1991 al 1992 ,Bologna dal 1992 al 1993,  Pisa nella stagione 1994, Saronno dal 1995 al 1996, Libia stagione 1999, Al-Ahlv Tripoli stagione 2001, Al-Ittihad Tripoli stagione 2002 ed infine Lavagnese nella stagione 2006.

I maggiori successi nella sua carriera li ha ottenuti alla guida dell’Internazionale, con la quale vinse uno scudetto nella stagione 1979/1980 e due Coppe Italia nel 1977/1978 e nel 1981/1982.

Vinse un’altra Coppa Italia alla guida della Sampdoria nella stagione 1984/1985.

Vinse infine un campionato libico nella stagione 2001 2002 con l ‘Al-Ittihad Tripoli.

Eugenio Bersellini nel calcio è stato in precedenza un buon centrocampista ed anche un dirigente calcistico.

Il suo ultimo incarico fu proprio da dirigente e ricoprì il ruolo di direttore sportivo del Sestri Levante nella stagione 2006-2007 nel campionato di serie D.

Ma Eugenio Bersellini è stato soprattutto un uomo, un marito ed un padre.

Dal suo matrimonio con la Signora Maria Pia Gennari  hanno avuto due adorate figlie: Laura e Barbara.

 

Sabato 26 Agosto 2023 ci sarà a Borgo Val di Taro la prima mostra dedicata al tecnico.

L’evento è stato organizzato dalle due figlie.

Abbiamo incontrato una delle due figlie: Laura Bersellini, è stata l’ occasione per parlare di suo papà Eugenio e dell’evento in sua memoria che s ‘avvicina sempre di più.

 

Ciao Laura tuo Papa’ era stato soprannominato da Gianni Brera “il sergente di ferro” ma era veramente un sergente di ferro? Eugenio, tra le mura di casa, com’era?

Papà era un sergente buono semmai.

Era un uomo autentico in tutto.

Sul campo da gioco lo dimostrava sempre ad ogni goal della sua squadra.

Era passionale, entrava in campo ad esultare e prendeva l’ ammonizione regolarmente.. era più forte di lui.

Nel lavoro si considerava un educatore dello sport.

A casa diceva sempre che il suo lavoro consisteva nel far crescere i giocatori come uomini ed educarli alla vita.

Ha sempre sostenuto la teoria secondo la quale finito di fare il calciatore, nella vita, iniziano i problemi veri ed è quello il momento nel quale bisogna farsi trovare pronti.

A casa era un padre severo, per quello che erano le uscite serali, le vacanze, ma ci diceva sempre la verità.

Ci verbalizzava che lui era preoccupato che ci accadesse qualcosa e che fosse meglio che lo ascoltassimo.

Come padre crescendo ci ha lasciato libere di scegliere facendoci capire che per qualsiasi cosa lui ci sarebbe sempre stato.

A noi, come figlie ,ci ha insegnato maggiormente la parte affettiva.

Papà era un uomo dolce.

Ci ha sempre fatto un sacco di coccole, quando era presente si dedicava totalmente a noi.

In quei tempi un padre così era in contro tendenza..

Infatti, come padre era evoluto, in casa ha sempre esternato e manifestato i suoi sentimenti.

Era un uomo protettivo.

A me piaceva vederlo in mezzo alla gente: si vedeva la sua introversione, la sua timidezza, era un uomo sempre disponibile con la stampa l’ importante era solo che si parlasse di calcio e non di cose sue private.

E’ doveroso chiederti che figura era per Eugenio quella di tua mamma Maria Pia Gennari ?

Papà diceva sempre che se non avesse incontrato nostra madre non si sarebbe mai sposato.

Era molto grato alla moglie Maria Pia.

Lei gli aveva dato la possibilità di fare il mestiere che amava e lui questa cosa gliela riconosceva con forza.

Mamma è stata una grande donna ha amato tantissimo mio padre.

Si è sempre occupata di casa, famiglia ha rinunciato a tante cose pur di supportare papà.

 

Vi portava allo stadio a vedere le partite delle sue squadre ?

No papa’ era molto protettivo anche in questo.

Non voleva capitasse qualche cosa di antipatico a causa sua.

L’ Inter nella stagione 1979/1980 aveva vinto il campionato matematicamente e andammo tutti allo stadio per la festa.

La squadra nerazzurra perse in casa contro l’Ascoli 4 a 2… e, tornati a casa, papà ci disse :”questa è l’ ultima volta che venite tutte e tre”

e così fu per parecchio tempo..

 

Bersellini, in famiglia, parlava di calcio ?

A casa tendenzialmente non parlava mai di calcio.

In casa si sentiva parlare di calcio solo quando veniva nostro zio Mino Favini.

Mino Favini e mio padre erano entrambi centrocampisti del Brescia.

Mino e papà avevano sposato due sorelle bresciane.

Maria Pia, mia mamma e, Paola, mia zia.

I rapporti tra i due , per ovvi motivi, erano familiari per cui quando veniva a casa lo zio iniziavano a parlare di calcio ed io rimanevo a bocca aperta nell’ascoltarli.

Zio Mino e Papà amavano il calcio come pochi ed erano sempre alla ricerca di qualche novità.

Avevano conoscenze profonde della materia,gli brillavano gli occhi nel parlarne.

Era il loro pane quotidiano, la loro passione infinita.

Non è un caso se lo zio Mino ma anche papà han fatto le fortune di tantissime società scoprendo e lanciando moltissimi talenti nel nostro calcio.

Che allenatore era tuo padre?

Per papa’ era importante la testa, non solo l’allenamento.

Papa’ veniva dal basket e come ruolo faceva il pivot.

A Borgotaro, da molto tempo, il basket ha un buon seguito al pari del calcio.

Con il passare del tempo papà era passato al calcio ma, dal basket, ha ereditato metodologie negli allenamenti e schemi.

Era un allenatore avanti anni luce parlava della zona già nel 1984 al Torino con giocatori come l’olandese Van De Korput

Non era solo un’allenatore di campo dunque?

Era poliedrico come allenatore ma sapeva tutto dei giocatori.

Un aneddoto : la Inno Hit per qualche stagione era stata lo sponsor dell’Internazionale quando lui allenava la squadra meneghina.

Lo sponsor produceva i primi videoregistratori VHS.

Inno hit aveva regalato a papa’ un apparecchio nuovo.

Mio padre ricordo passava le serate a vedere giocatori e filmati e sapeva tutto di tantissimi giocatori.

Io per esempio di Stielike sapevo tutto anche il numero di scarpe…

La sua Inter doveva giocare contro il Real Madrid del giocatore tedesco e lui guardava e riguardava all’infinito video del centrocampista tedesco.

Papà si documentava tanto ed integrava i video con dati reperiti grazie alle sue conoscenze.

Aveva un archivio completo.

Una delle sue doti migliori era approfondire, non era per nulla superficiale, nulla era affidato al caso.

Per mio padre era importante sapere anche della vita del giocatore per poi poter inserire il giusto tassello nella squadra per migliorarla.

 

Quale era il rapporto che aveva con i giocatori tuo padre?

Innanzi tutto papa’ per i giocatori non voleva essere un padre, quello lo dovevano fare le loro famiglie, lui voleva solo aiutarli a crescere come uomini.

Usava tutte le sue conoscenze per lavorare sulla testa dei giocatori e di conseguenza ottenere il massimo da loro.

Per esempio ricordo bene le serate passate a decidere le scelte delle camere nei ritiri.

I giocatori in base alle loro caratteristiche comportamentali venivano messi in stanza insieme o meno.

Papa’ teneva tantissimo alla parte psicologica non solo a quella fisica ,sotto questo aspetto era un innovatore.

Lavorava molto col training autogeno e faceva fare anche allenamenti con la musica.

Quando militava nel Lecce, da capitano e giocatore, aveva fatto un esperienza contro il Santos di Pele’.

Aveva seguito gli allenamenti dei brasiliani.

Si allenavano con la musica ed ottenevano prestazioni e risultati ottimi fisici e mentali.

Questa cosa era divertente anche per me.

Per mio padre ero io che preparavo le cassette con la musica più adatta all’allenamento.

 

L’evento di sabato 26 agosto 2023 a Borgotaro sara’ un momento storico per ricordare la figura di Eugenio Bersellini.

Un evento molto atteso Laura, ci racconti come sarà strutturato?

innanzitutto e’ la prima volta che organizziamo un evento in ricordo della figura di papa’.

L’ evento e’ gestito da mia sorella Barbara e da me per ricordare papa’ insieme a chi vorrà esserci con gioia ed allegria.

Molti ex giocatori saputo dell’ evento m’ hanno voluto confermare la presenza e questo mi fa estremamente piacere .

E’ un riconoscimento molto importante per mio papà e per noi.

Ci saranno parenti amici di mio padre sarà un momento gioioso ed anche emozionante ne son certa.

 

Alle 10.30 sarà inaugurato il murale di papa’ allo stadio Bozzia vicino al PalaRaschi.

Il murales e’ un progetto del comune di Borgotaro .

Per dipingerlo è stata scelta l’artista Silvia Bottali.

Il comune di Borgotaro ha fatto gia’ questo tipo d’ esperienza con altri personaggi famosi locali.

Per fare due nomi cito il maestro Giorgio Gaslini  il “musicista totale”,oppure il grande giornalista sportivo Bruno Raschi .

Raschi è stato un ottimo giornalista di Tuttosport e in seguito divenne per anni vice-direttore della Gazzetta dello sport.

Bruno era anch’esso natio di Borgo val di Taro.

Il murales dedicato a mio padre guarda dirimpetto il murale dedicato a Bruno Raschi.

Questa cosa è particolarmente piacevole perchè i due erano molto amici si stimavano e si volevano bene.

Alle 11.30 in Palazzo Tardiani a Borgo val di Taro ci sarà una tavola rotonda.

Chi vuole ricordarlo potrà interagire, sarà un momento di incontro per chiunque voglia partecipare.

Inoltre ci sarà l’ inaugurazione della mostra fotografica a cura di Alessandro Ravezzani.

Verranno inoltre proiettate foto fatte dal padre di Alessandro ,Marco Ravezzani, il fotografo storico della grande Inter.

Alessandro Ravezzani ha fatto un lavoro incredibile e proietterà  foto inedite non solo di papa’ al lavoro ma anche in famiglia.

Il luogo dove si svolge la tavola rotonda sara’ in un posto molto bello del paese davanti alla chiesa dove ci sono i leoni.

E’ un luogo a noi figlie molto caro.

Nostro padre quando eravamo più piccole ci portava a cavalcare i leoni e a giocare.

Sono stati momenti unici e fanno parte dei ricordi indelebili legati alla figura del nostro amatissimo papà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vivo a Firenze. Sono appassionato di calcio e di tutto ciò che ruota intorno al pallone,ben oltre la mera cronaca sportiva . Sono papà di due bambini. Gioco da sempre a calcio e ho un innata ammirazione per chi non si arrende al conformismo.

1 Comment

1 Comment

  1. Sol

    Agosto 11, 2023 at 3:02 am

    👏👏👏essenziale come sempre 👌👌

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