Giornalista, caposervizio de Il Giornale di Liguria e Piemonte, opinionista sportivo e… innamorato del Grifo. Diego Pistacchi è anche un amico e non ha certo bisogno di presentazioni.
Diego, inizio schock?
“Probabilmente per chi gioca con le figurine sì. Del resto, meglio perdere 4-1 che 1-0”
In che senso? È la favola della volpe e l’uva?
“No, assolutamente. A volte un sonoro schiaffone è salutare. Se per ipotesi, a parità di prestazione, si fosse perso di misura, ci sarebbe stato il rischio di invocare attenuanti e casualità, senza vedere ciò che la partita ha effettivamente detto”.
Cioè cosa?
“Che il Genoa deve crescere e molto. Che ci sono squadre molto più forti. Che la serie A è un altro pianeta”.
Una sconfitta anche tattica?
“Una sconfitta netta, sotto tutti i punti di vista. Anche tatticamente il Genoa è stato messo sotto dalla Fiorentina. Ma attenzione a buttare la croce addosso a Gilardino. Lo schiaffone può servire anche a lui, come a tutti, senza però fare drammi”
Una questione atletica?
“Credo che il Genoa abbia corso tantissimo. Anzi troppo. Ma ha corso male. I rossoblù arrivavano sempre a inseguire la palla, che arrivava sempre prima a un giocatore della Fiorentina. Questo certamente per merito del palleggio degli avversari che giocavano a memoria, con qualità. Ma il pressing del Genoa è stato fatto male. Così si sprecano energie e non si ottiene nulla”.
La prossima però non sarà meglio?
“La sconfitta della Lazio a Lecce non aiuta di sicuro, sarà un’altra squadra molto forte. Ma ha un gioco diverso rispetto alla Fiorentina: la condizione non ottimale di alcuni giocatori può far saltare il meccanismo. La Viola invece ha preso il controllo del centrocampo con un giropalla incredibile”.
Con i nuovi innesti sarà un altro Genoa?
“Torniamo al discorso delle figurine. Una squadra non si fa con i nomi. Gli ultimi acquisti, tutti eccellenti, presuppongono però un chiaro cambio di modulo. Messias e Malinovskji con Gudmundsson e Retegui non possono fare il 3-5-2. A giudicare da alcuni cambiamenti apportati nel secondo tempo da Gilardino, forse il Genoa può effettivamente giovarsi di una diversa posizione in campo. Ma sono scelte che spettano al mister”.
A proposito, è inesperto?
“Dai, tiriamo fuori il nome che scotta: Gasperini. L’esordio in A lo fece sulla panchina del Genoa: secco 3-0 in casa dal Milan. Fece 3 punti nelle prime 4 partite assai più abbordabili di quelle di quest’anno. E anche allora la litania era la stessa, finì nono. L’anno dopo perse all’esordio a Catania e fu Europa League con Champions scippata al 96’ dell’ultima giornata dalla Fiorentina. Come si può giudicare alla prima di campionato?”
Nessun rimpianto, dunque?
“Le qualità del Gasp sono indiscutibili. Chi non lo vorrebbe? Ma oggi in panchina c’è Gilardino, viva Gilardino. Che peraltro non sembra abbia dimostrato di essere uno sprovveduto”.
L’altro nome sempre nel mirino è quello di Badelj
“E qui c’è sempre la Fiorentina a offrire la risposta. Chi ricorda la prima in casa della stagione 2013-14? Cinque pappine prese dalla Viola (Gilardino segnò uno dei due gol del Genoa). In porta c’era un ragazzino all’esordio in A, fu messo in croce. Si chiamava Mattia Perin, uno scarso vero? Ma nessuno pensa mai che aveva davanti una difesa che gli aveva fatto passare una domenica da orsetto del tiro a segno al luna park. Così Badelj. Un regista ha bisogno di movimenti, di compagni da servire. Il Genoa è naufragato tutto insieme. E pessimi sono stati i fischi alla sua sostituzione”.
Ma non è colpa del pubblico.
“Guai, e chi lo dice? Anzi. Uno stadio così è da brividi. Il pubblico ha accettato una cambiale in bianco e sta offrendo alla società una dimostrazione incredibile. Bellissimo invece l’incoraggiamento fino a fine partita e anche dopo il triplice fischio. Ma non c’è mica da stupirsi, stiamo parlando dei tifosi del Genoa”.
E infine la difesa: 3 gol dal Modena, 4 dalla Fiorentina.
“E pensare che si diceva che il Genoa di Gilardino non producesse gioco: 4 gol al Modena, 1 alla Fiorentina. No, ogni partita fa storia a sé. Gila aveva registrato benissimo la difesa, non so quante volte il Genoa l’anno scorso non aveva subito gol. Questi sono discorsi che non reggono. E non può mai essere colpa di un reparto”.
Cosa manca a questo Genoa?
“Tre punti domenica sera con la Lazio. Scherzi a parte. Manca, come spesso accade, il tempo. Abbiamo tante volte parlato di cambiamento epocale nella storia del Genoa. Bene, proviamo a cambiare anche in questo. Con un inizio di campionato così proviamo a prendere quello che arriva in queste prime partite e intanto a costruire bene per una stagione che è lunghissima”.
Retegui?
“Un gol come il primo in Coppa lo fanno solo i grandissimi attaccanti. Bellissimo anche il secondo e non parliamo del colpo di tacco che non è entrato. I numeri li ha e si vedono, dispiace per i fenomeni che lo avevano già battezzato un bidone. Ma anche a lui diamo quel benedetto tempo”.