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Genoa

Il web piange Gigi Riva. Cagliari vuole una statua per Rombo di Tuono

L’intera Sardegna è in lutto per la scomparsa di Gigi Riva a 79 anni.

Ci sono personaggi la cui grandezza e la cui fama non viaggia solo sul ricordo di memorabili imprese sportive, come lo storico Italia Germania 4 – 3 ma per dignità, personalità e coerenza. E’ questo il caso di Gigi Riva. Rombo di Tuono, il numero 11 del Cagliari dello scudetto del 1970 e della nazionale in cui segnò 35 reti in 42 incontri (un record).  Un gigante e un esempio anche fuori dai campi da gioco.

La sua morte improvvisa ha sorpreso in quanto c’era ottimismo per un miglioramento del suo quadro clinico.

E’ stato e rimane il simbolo del riscatto di un’intera isola dove sono in tanti a piangerlo e ricordarlo con un affetto. Un uomo riservato che rifiutò offerte incredibili per il legame con la sua Sardegna.

Era nato in provincia di Varese sul Lago Maggiore ma tutta la sua vita è stata con e per il suo Cagliari e la sua Sardegna.  Un attaccante tra i migliori del mondo a cui era appena stato intitolato lo stadio di Cagliari. Quello storico Amsicora (ora Unipol Domus).

A Genova è sembrato più che naturale il parallelo con un’altra stella legata indissolubilmente alla terra sarda: Fabrizio De André. I due si stimavano e si conobbero a casa del cantautore (grazie ad un ex giocatore del Cagliari), senza proclami e senza quella ricerca spasmodica di apparire oggi ordinaria. Di quell’incontro si racconta che i due, dai caratteri alquanto riservati, si aprirono grazie ai bicchieri di whisky.  Riva amava in particolare due canzoni di De Andrè: Preghiera di gennaio e Bocca di Rosa.

Un’intera generazione di campioni dello sport ha manifestato ammirazione e dispiacere per il campione scomparso.

La morte di Rombo di Tuono è stata commentata sul web da tanti appassionati di calcio e soprattutto da tante persone che hanno voluto attestare stima e affetto per quell’indiscusso protagonista di un calcio che non c’è più. Un esempio di correttezza e coerenza che, senza clamori, è stato sempre vicino ai suoi concittadini.

“Giggixeddu nostru gloriosu è stato e sempre sarà l’idolo di noi sardi e di tutti quelli nel mondo che ne hanno apprezzato l’uomo  oltre che il campione anche nel dopo carriera. Sono contento che Gigi abbia potuto vedere il murale che gli abbiamo dedicato e che campeggia da ottobre all’ingresso dell Amsicora”. E’ il pensiero di Petro Porcella, accompagnato dalla proposta: “Una statua per Gigi Riva

“Mia mamma amava il calcio, se le chiedevi per chi tifasse lei rispondeva “Gigi Riva”, non una squadra, ma un uomo” (Elena LaTata di Torino).

“Bambino ai tempi del grande Cagliari (orgoglioso delle mie maglie n. 11), tifoso da allora e mai convertito, costretto quasi sempre a consultare gli ultimi posti delle classifiche (di A e B, forse anche C), il suo “no” alla danarosa e potentissima Juve è stato per me uno dei primi insegnamenti di vita. Un uomo leale, sincero, forte, carismatico, ruvido, solitario, sensibile, malinconico, lui e i suoi genitori che non avevano avuto il tempo di vederlo campione. Ammiratore di Fabrizio De Andre’, e scusate se è poco. Memorabile il loro incontro a base di (quattro) bicchieri di whisky. Il calcio è di rado un esempio, con lui sì” è il commento del giornalista scrittore Fabrizio Peronaci.

“Addio Mito. Ora ti riabbraccerai con papà. ❤?”  è il toccante messaggio di  Ruben Olinto de Carvalho,  figlio del grande Nené, accompagnato da una bellissima immagine dei due campioni del Cagliari dello scudetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Un uomo nobile e generoso, non soltanto un fuoriclasse omerico. Lui, ragazzo del Nord, di Leggiuno, ha trovato in Sardegna la sua Itaca. Il luogo dove restare, non soltanto ritornare. Ho avuto la fortuna di conoscerlo, di intervistarlo, di camminare al suo fianco, tra quei suoi silenzi che valevano più di mille parole. Molti sardi avevano sul comodino la sua fotografia, insieme a quelle dei defunti e dei santi. Mio figlio Santiago è diventato del Cagliari ascoltando i racconti del breriano Rombo di Tuono da parte dei suoi nonni materni, Pietro di Tiana e Grazia di Teti. Nel 2014 siamo andati a Cagliari e gli ho fatto conoscere Gigi. Un incontro bellissimo, emozionante, indimenticabile. Riva è stato gentile e premuroso. Non lo dimenticheremo mai, io e Santi” è il ricordo a caldo del giornalista sportivo e scrittore Darwin Pastorin.

Concludiamo con l’abbraccio con cui Riva consolò un Roberto Baggio in lacrime dopo aver sbagliato un rigore decisivo nella finale mondiale 1994 contro il Brasile. Il Divin Codino ha ripreso quei momenti in una toccante lettera aperta: “non ho mai dimenticato quei momenti e quell’abbraccio” di colui che ha definito un esempio di umiltà, coraggio e coerenza.

 

“Alla Juventus avrei guadagnato il triplo.

Ma la Sardegna mi aveva fatto uomo.

Era la mia terra, ero arrivato dall’età di 18 anni.

In continente ci chiamavano pastori o banditi.

Quando avevo 23 anni la grande Juve voleva ricoprirmi di soldi.

Io volevo lo Scudetto per la “mia” terra: ce l’abbiamo fatta.

Noi, banditi e pastori”.

Gigi Riva.

Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2010 nella redazione di Nuova Società. Interessi estesi dal sociale, alla divulgazione scientifica, con attenzione alla futurologia e al mondo del mistero con grande criticità.

1 Comment

1 Comment

  1. Flavio Ciasca

    Gennaio 23, 2024 at 8:19 pm

    grande Morenox

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