Ricordo quei giorni con grande entusiasmo e tanta confusione. Un mix di immagini, parole, canti, risate, promesse da “scontare” con gioia… momenti che si accavallano e non si sa bene su quale linea temporale si siano succeduti.
La partita con il Napoli: Adailton che segnala dove calcerà la punizione; l’invasione di campo, lo stadio pieno di colori con il RossoBlu che si fonde con l’azzurro, le sciarpe scambiate (ne portai una che non avesse in sé troppe memorie, perché alla fine privarsi di un pezzo di storia, di quella “stoffa” che aveva visto lacrime e gioia, non sarebbe stato possibile), la maglia portafortuna, le nuove scaramanzie.
Il pullman in piazza De Ferrari, giocatori “increduli” di fronte allo spettacolo, che vorrebbero scendere, sembra si lancino dai finestrini della Freccia, immersi nell’oceano di tifosi che avrebbero iniziato, senza ancora saperlo, un’avventura lunga (almeno) 15 anni nella massima serie… impensabile, impossibile per chi abbia sempre sofferto “prendendo ascensori”, vivendo tra le stelle e le stalle in viaggi troppo veloci e poco confortevoli. La fontana diventata piscina, i cori… le bandiere ovunque, assembramenti consentiti, tra abbracci e nessun timore.
Nella via del ritorno dallo stadio un piccolo incidente: i clacson suonano e le persone sono un po’ distratte nel tenere il ritmo e… boom, un tamponamento. I due scendono dalle auto, gettano un occhio veloce sulle rispettive vetture, poi scrollano le spalle, si abbracciano, cantano insieme, ridono: non è tempo di liti o discussioni, di documenti ed assicurazioni. E’ un giorno di festa, si pensa solo al Grifone tornato a volare.
Qualcuno azzarda già un sogno per l’anno successivo: se la prima volta in A Preziosi aveva pronti fiori di giocatori, da Abbiati a Milito, magari potremmo anche non puntare alla semplice salvezza. E sì, il Genoano è così, tra chimere e abissi che riescono ad alternarsi anche a distanza di pochi giorni: bastano due vittorie e si volerà in Europa, 2 sconfitte e la serie B ci riaccoglierà. Croce e delizia di un mondo straordinariamente squilibrato.
I vecchi commossi sorridono e ricordano le volte passate, ma sono fiduciosi: rimarremo su. La saggezza dell’anziano che ha vissuto tante sconfitte, ma non sa smettere di sperare perché “sono genoano, soffrire non mi spaventa, fa parte della mia vita, ma nulla mi impedirà di continuare ad essere positivo”…
E questa speranza è stata colta se oggi festeggiamo una promozione così distante. 14 anni. 15° campionato in serie A. E’ bene ricordarlo, per non smettere di volare, ma finalmente nella realtà.
Anche io non smetto di essere di essere positiva, ancora di più di fronte alle difficoltà che fanno di me una Genoana…
Le battaglie si vincono e si perdono con identico cuore.
(Walt Whitman)